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PASTA DA GRANI ANTICHI, CAPPELLI: DIECIMILA ETTARI DI COLTIVAZIONI NEL TARANTINO

PASTA DA GRANI ANTICHI, CAPPELLI: DIECIMILA ETTARI DI COLTIVAZIONI NEL TARANTINO
COLDIRETTI PUGLIA
Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
Boom in Puglia per la coltivazione di grani antichi e il grano Cappelli quintuplica le proprie superfici. Solo in provincia di Taranto sono 10mila gli ettari coltivati a grano duro per 300mila quintali di produzione media. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, sulla base dei dati di Consorzi Agrari d’Italia e Sis, società leader nel settore sementiero.
Questo trend ha determinato la rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale al 100 per cento del grano impiegato anche grazie all’opera delle cooperative come la Agricoltà di Taranto, che, in questi anni, ha avviato un percorso di filiera con grano 100 per cento italiano con la Sis. Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro per la quale è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada e in altri Paesi. “Per il tessuto economico del territorio – afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto – sarebbero pericolosi percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola, che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate”.
Le migliori selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese, che produce più di un quarto di tutto il frumento duro italiano. E l’emergenza Covid che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.
“Per quanto riguarda l’industria alimentare – ricorda il presidente Cavallo – dal 1991 è stata importante la crescita della dimensione media in addetti, soprattutto nella lavorazione e conservazione di paste alimentari. Non solo; gli acquisti di pasta fatta al 100 per cento di grano made in Italy – sottolinea Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto -Brindisi – sono cresciuti a un ritmo di quasi due volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca. E questo, anche per anche per effetto dello smart working e del lungo lockdown che ha costretto i cittadini in casa. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su cinque venduto al supermercato – precisa Coldiretti – utilizza grano duro coltivato in Italia, con la Puglia leader nella produzione”.
Si registra, inoltre, uno storico ritorno al passato. Una tendenza confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina anche nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica, dove i cuochi contadini preparano pasta semplice o ripiena fatta in casa con il matterello: con la riscoperta della genuinità come valore, il fatto in casa torna a valere di più del prodotto acquistato.
Oggi la Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360mila ettari coltivati e valore della filiera della pasta pari a 542milioni di euro.

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