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Militare dell’Esercito a casa come in caserma,  imponeva regole rigide a moglie e figlio,

Militare dell’Esercito a casa come in caserma,  imponeva regole rigide a moglie e figlio,

Un militare dell’Esercito a processo per maltrattamenti sulla moglie e il figlio 13enne. Imponeva, secondo la procura, stili di vita e regole familiari di ispirazione militare. Si tratta di un 46enne, residente in un paese della provincia, in servizio in una caserma di LecceL’uomo è stato nel frattempo allontanato da casa. Non risiede più sotto lo stesso tetto in cui, invece, continuano a vivere moglie e figli e continua regolarmente a lavorare in caserma.

Il figlio del militare non era libero di vivere come avrebbe voluto: non poteva tagliare i capelli con i look in voga tra i giovanissimi d’oggi; a pranzo e a cena doveva assumere un atteggiamento ben preciso: poche parole, niente telefonino e un comportamento ossequioso e silenzioso. E in quelle poche occasioni in cui manifestava la sua intolleranza verso metodi educativi simili, erano botte e scappellotti. Una sera, persino, il ragazzo andò via da casa dopo l’ennesimo episodio di violenza. Strascichi psicologici che, inevitabilmente, hanno condizionato il rendimento scolastico.

Tra le pareti domestiche, poi, non era il solo a subire violenze e minacce. Anche la moglie (una stimata e rispettata insegnante) – raccontano le carte dell’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla pm Rosaria Petrolo – veniva ripetutamente picchiata e maltrattata dal militare. Sminuita nelle sue doti e capacità professionali dal marito che le diceva: “Non sei capace di gestire le cose, in testa non hai niente; una madre che dovrebbe educare i bambini non si comporta così”. E, nonostante i suoi impegni professionali, e quelli legati alla crescita e all’educazione dei figli, il marito le negava la possibilità di gestire le faccende di casa con un collaboratore domestico. E poi critiche di non essere un’accorta risparmiatrice sindacandone le scelte sulla spesa alimentare.

Atteggiamenti aggressivi dapprima solo verbali (al più accompagnati dal lancio di oggetti per terra) e poi anche fisici. Sbattuta contro un’anta; in altre schiaffeggiata davanti ai figli. Che cercavano di rincuorarla: “Mamma abbiamo visto, papà ti ha picchiato”. Emblematico un episodio avvenuto nei giorni di Carnevale del 2023 quando il militare avrebbe accusato il figlio di essersi raffreddato offendendolo e sbattendo per terra la moglie colpevole di aver difeso il ragazzo. Infine le minacce: “Ti do una capocciata”; “Ti uccido”. Tutte queste contestazioni finiranno ra al vaglio di un collegio di giudici a partire da marzo quando scatterà il processo. Il processo si aprirà a marzo davanti ai giudici in composizione collegiale.

A difendere l’imputato, ci penseranno gli avvocati Mario Coppola e Salvatore Corrado. La moglie si è costituita parte civile con l’avvocata Renata Minafra; il minore, assistito dall’avvocato Giuseppe Cretì, si è costituito parte civile con il curatore speciale, Luca Monticchio.

fonte : Corriere Salento

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