Agenzia Ue: “Il glifosato non è cancerogeno”. Ma gli ambientalisti insorgono
Agenzia Ue: “Il glifosato non è cancerogeno”. Ma gli ambientalisti insorgono
Fonte : TODAY
Il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, non è cancerogeno. Lo ha ribadito l’agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa). Le conclusioni dello studio sono le stesse a cui l’Echa era arrivata cinque anni fa: “La classificazione del glifosato come sostanza cancerogena non è giustificata”. Ma per ambientalisti e Ong di difesa della salute la valutazione dell’agenzia sarebbe stata orientata da giudizi non scientifici.
Il glifosato è stato al centro di furiose polemiche a partire dal 2015, da quando uno studio dello Iarc, l’agenzia anti-cancro dell’Oms, lo ha indicato come potenzialmente cancerogeno. Da quella pubblicazione scaturirono anche cause milionarie negli Usa contro la Bayer, la società tedesca che nel frattempo aveva rilevato la Monsanto, casa produttrice dell’erbicida, tra i più usati in agricoltura. Alcuni studi, poi, segnalano che l’esposizione ai pesticidi a base di glifosato è collegabile a effetti negativi sullo sviluppo umano, sulla riproduzione e sui sistemi ormonali.
Le ong Health and Environment Alliance (Heal), European Environmental Bureau (Eeb) e ClientEarth, che hanno partecipato alle discussioni dell’Echa come osservatori della società civile, hanno criticato le discussioni del comitato sul glifosato. Secondo tre scienziati indipendenti che hanno partecipato alle riunioni, vi sono gravi incoerenze nella valutazione scientifica dell’Ue sulla genotossicità e sulla cancerogenicità potenziale del glifosato.
“Il mancato riconoscimento del potenziale cancerogeno del glifosato è un errore e va considerato come un grande passo indietro nella lotta contro il cancro”, ha detto Angeliki Lyssimachou, medico ed esponente di Heal. Gli scienziati hanno sottolineato che tutte le prove disponibili, compresi gli studi sul cancro presentati dagli stessi produttori di pesticidi, indicano che il glifosato ha il potenziale per causare il cancro. Inoltre, gli esperti hanno spiegato che gli studi dell’industria sulla genotossicità del glifosato sono incompleti e che l’agenzia non dovrebbe trarre conclusioni sulla caratterizzazione del pericolo di questa sostanza basandosi solo su questi studi. Tanto più perché prodotti da chi ha tutto l’interesse alla commercializzazione dell’erbicida.
La mancata classificazione del glifosato come sostanza cancerogena suggerisce “che le importanti argomentazioni presentate dagli esperti scientifici indipendenti non sono state considerate in modo adeguat”o. Ciò indica gravi incoerenze nel modo in cui le agenzie dell’Ue esaminano le prove scientifiche disponibili, che possono portare a commercializzare come “sicure” sostanze chimiche dannose.
“Questo dossier”, dice Dolores Romano, vice responsabile delle politiche per le sostanze chimiche dell’Ebb, “dimostra l’urgente necessità di affrontare le carenze sistemiche del processo di classificazione delle sostanze chimiche pericolose nell’Ue, come l’altissimo livello di prove richiesto, le grandi lacune delle fonti di dati, il rifiuto di prove scientifiche indipendenti e la mancanza di un approccio precauzionale”.
“Alcuni dei più importanti scienziati del mondo hanno stabilito il legame tra glifosato e cancro, eppure l’Echa si rifiuta di etichettare questo pesticida dannoso come cancerogeno”, dice Helene Duguy, avvocato specializzato in sostanze chimiche di ClientEarth. “Purtroppo, non è la prima volta che l’Echa non riesce a giustificare in modo trasparente e chiaro il suo rifiuto di prove scientifiche indipendenti”, aggiunge.
Il parere dell’Echa sulla classificazione di pericolo del glifosato è un passo fondamentale nel processo di rinnovamento della sostanza attiva, anche per la prossima valutazione della sicurezza da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Sulla base di queste valutazioni, la Commissione europea e gli Stati membri decideranno sul rinnovo della licenza del glifosato per altri 15 anni. Quella dell’Echa è la prima valutazione del rischio a livello Ue nel processo di rinnovo dell’autorizzazione del glifosato. La licenza scade a fine anno, ma si va verso il prolungamento dell’attuale permesso, in attesa che l’altra agenzia Ue coinvolta, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), possa esaminare la grande quantità di contributi arrivati durante la consultazione pubblica.