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AI COLORI SI CHIEDE CONFORTO, AL LINGUAGGIO COLORE.

AI COLORI SI CHIEDE CONFORTO, AL LINGUAGGIO COLORE.
(Marcella Tarozzi Goldsmith)

a cura del doc.  SALVATORE PUNGENTE

Da tempo memorabile e’ noto che il camice dei medici rappresenta qualcosa di affascinante. In tante commedie che spesso si guardano i televisione non manca mai il personaggio di una ragazza sciocchina pronta a sciogliersi di fronte a un camice. E spesso si scherza anche sul ruolo del camice e di quanto differisca quello dei dottori e quello degli infermieri. Chi e’ mai stato ricoverato almeno una volta nella vita lo sa bene e l’ha notato: esiste quasi un codice per distinguere il personale in un ospedale. Abbiamo sicuramente notato per esempio che i medici vestono con il camice bianco, le ostetriche vestono di blu – o di verde acqua se sono le ostetriche addette dal nido – che le infermiere sono vestite di bianco e così via. Anche se magari, da ospedale a ospedale i codici possono essere diversi. Ma non ci dovrebbe stupire il fatto che i medici di tutto il mondo optano solo per due colori quando parliamo di camici da sala operatoria, verde e blu: come si spiega questo fenomeno? Un articolo di BrightSide ha contribuito a svelare l’arcano. A quanto pare, da quando è nata la professione medica esercitata negli ospedali, i medici hanno sempre indossato dei camici bianchi: tutto è cambiato nel 1914 – cioè all’inizio della Prima Guerra Mondiale – quando un dottore donò al mondo il camice “ufficiale” per la sala operatoria, che era inizialmente verde per poi diventare in alcuni casi blu. Ora immaginiamo che cosa puo’ accadere se si sta operando una persona completamente insanguinata e lo si sta facendo con un camice bianco. Naturalmente non ci riferiamo alle macchie, ma al fatto che se si guarda il rosso o il rosso scuro e poi il bianco si ha come la sensazione di essere abbagliati e ci vuole anche qualche minuto per riprendere il completo controllo della vista. Accade la medesima cosa quando in inverno il sole splende sulla neve. Il fenomeno, in sala operatoria, diventa pericoloso per la tempistica e quindi per l’incolumità del paziente. Quindi la scelta del verde e del blu ha a che fare con la teoria dei colori, che è qualcosa che in realtà tutti conosciamo perché ci viene insegnata all’asilo. Secondo questa teoria, ci sono dei colori primari – rosso, blu e giallo – e dei colori secondari che dipendono dalla combinazione di due dei colori primari per volta. Così da rosso e blu nasce il viola, da blu e giallo il verde, da giallo e rosso l’arancione. Quindi il rosso è l’unico colore primario escluso dal verde, che è composto dagli altri due, blu e giallo. Il verde e, per estensione, il blu sono quindi considerati l’opposto del rosso e questo consente al personale in sala operatoria di focalizzare tutta la propria attenzione sull’anatomia umana e in particolare sul colore rosso. Basta solo un po’ di esperienza – e nel campo medico questo è qualcosa di fondamentale, sebbene non sia da sempre scontato – per cambiare le cose in meglio. E così un dottore nel 1914 pensò a quella che all’epoca sarà stata una vera e propria rivoluzione, ma i cui benefici conosciamo ancora oggi.  doc Salvatore Pungente

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