Bambino scuola materna colto da malore a scuola è salvo grazie alle prime cure fatte dalle sue maestre
Bambino scuola materna colto da malore a scuola è salvo grazie alle prime cure fatte dalle sue maestre
Fonte : Brindisi Report
Hanno mantenuto la lucidità anche nei momenti più drammatici, senza lasciarsi prendere dal panico. Con il loro provvidenziale intervento, due maestre della scuola d’infanzia “Pessina-Vitale” di Ostuni hanno salvato la vita di un bambino di tre anni colto da improvviso malore. E’ accaduto venerdì mattina (27 maggio). Le due insegnanti, Roberta Cisternino e Monica Sasso, hanno praticato un massaggio cardiaco non appena si sono accorte del dramma che si stava consumando davanti ai loro occhi. Grazie alle operazioni di soccorso tempestivamente prestate dalle educatrici, il piccolo ha ripreso conoscenza. Poi l’arrivo del personale del 118, che con l’ausilio di una pattuglia del commissariato della Città Bianca ha trasportato l’alunno presso l’ospedale Perrino di Brindisi. Il bambino, in condizioni stazionarie, sarà sottoposto ad accurati accertamenti.
E’ stata la stessa Roberta Cisternino a raccontare l’accaduto attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook. “Non sono una di quelle maestre – scrive la docente – che pubblica foto dei propri alunni, né tantomeno dei lavori e/o delle attività che svolgono in classe. Eppure vi assicuro che non colorano solo schede. Faccio questo lavoro da quasi 20 anni. Una vita oserei dire. Lo faccio per passione, perché è ciò che ho sempre desiderato fare e non potrei immaginare di svolgere un altro lavoro”. “Eppure – si legge ancora nel post – a una giornata come quella di oggi (venerdì, ndr) non ero preparata.E non lo era neppure la mia collega. E non lo erano neppure le colleghe della porta accanto. E no. Perché quando entri in classe e guardi gli occhi vispi e allegri dei tuoi bambini non puoi immaginare che uno di questi si accasci, senza apparente motivo, per terra. Privo di sensi e…di vita oserei dire”.
La maestra descrive le emozioni provate in quei frangenti. “Nemmeno nei nostri peggiori incubi – scrive ancora nel post – avremmo immaginato di dover vivere attimi di così profondo panico e angoscia. Vero Monica? (il riferimento è alla collega Monica Sasso, ndr). Eppure è successo. E in un attimo ti passano per la mente tutte le cose che hai appreso nei tanti, tantissimi corsi a cui hai partecipato. Già. Solo che in quei corsi il ‘bambino’ era un bambolotto…mentre qui, oggi, c’era il nostro bambino. Sangue freddo? No! Lucidità? Neppure. Solo angoscia. La stessa angoscia che ti porta a fare di tutto pur di sentire un battito o un piccolo respiro. Oggi abbiamo perso 20 anni di vita io e la mia collega. Ma poi il piccolo ha respirato di nuovo e con lui anche noi. Perché è vero che i nostri alunni non li abbiamo partoriti noi, ma è altrettanto vero che sono ‘figli’ nostri. Ti aspettiamo a casa: la nostra classe”.