COSCIENZE ANESTETIZZATE di Mons. Lucio RENNA
Mons. Lucio Renna
COSCIENZE ANESTETIZZATE
Il n. 53 dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco “Querida Amazonia” (2 febbraio 2020) è di un’attualità sorprendente o addirittura profetica. In esso il Papa parla di “coscienza insensibile” dell’uomo di oggi, distratto ed incapace di rendersi conto “di un mondo limitato e finito”. Se si guarda alla superficie forse sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. È il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse… ci ritroviamo in mezzo alla pandemia denominata COVID 19, meglio conosciuta come “coronavirus”. L’esortazione è datata e firmata agli inizi dei malanni odierni, ma è stata pensata, meditata e scritta in tempi non sospetti, sicuramente molto prima del 2 febbraio c.a. Non ci sembrano profetiche le parole del Papa, anche perché esse fanno eco all’Enciclica “Laudato si’”? Riflettiamo. Noi, oggi, chi più e chi meno, abbiamo anestetizzato la coscienza, usando come anestetico la distrazione, per cui abbiamo finito per accettare lo “status quo” della postmodernità, della globalizzazione, della robotizzazione umana: l’uomo si interfaccia con gli strumenti mediatici da lui costruiti, ignorando la persona umana, il globo terracqueo, l’atmosfera, il cielo. Inebetito ed – ahimè – contento di esserlo non si accorge della reale situazione del mondo limitato e finito. Papa Francesco ci mette dinanzi alla mente e al cuore la realtà, sollecitandoci ad andare in profondità e a non accontentarci di vederne appena la superficie. Questa ci induce nel pericoloso errore di non vederne la gravità. Quello che cade sotto il nostro fuggevole sguardo ci inganna… ci induce a credere che, in fondo, tutto può continuare il suo attuale cammino; che il pianeta, tutto sommato, non soffra di gravi patologie e non abbisogni di interventi radicali, energici. Le condizioni attuali consentiranno ad esso lunga vita. Infatti troviamo giustificazioni scientifiche o pseudo-tali per ogni cataclisma, per ogni perturbazione atmosferica, per ogni violenza contro popoli e persone, per ogni misfatto. Insomma tutto abbondantemente giustificato. Se qualcuno accenna a qualche critica, viene apostrofato come troglodita, come persona sorpassata, come moralista da quattrosoldi. Perché accade tutto questo? Il Papa parla di “comportamento evasivo” finalizzato alla difesa degli attuali “stili di vita, di produzione e di consumismo”. Nel n. 59 dello stesso documento il Papa scrive che “più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere, consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà ma gli ponga un limite… Non pensiamo solo alla possibilità di fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca”. Quando si nega la centralità della persona umana e ci si basa sulla finanza, il progresso tecnico, innegabile, finisce col nascondere e/o giustificare ogni regresso umano. L’uomo è il signore dell’universo, non nel senso che possa usarne a piacimento, sfruttarlo, violentarlo a fine di lucro, ma nel senso della “salvaguardia del creato”. Il passo dallo sfruttamento della natura alla vessazione crudele e cruenta, sotto tanti aspetti, è molto breve. E così agendo, non ci si rende conto dei vizi autodistruttivi, non li si vede, non li si riconosce. Non so quale sia la vera causa o scaturigine del “coronavirus”. Con la fantasia potrei pensare a qualche mente malata che lo abbia realizzato in laboratorio al fine di terrorizzare e dominare il mondo. Potrei anche ipotizzare che questo operatore di morte possegga anche l’antidoto. Siamo nel mondo della fantasia e delle ipotesi, fuori dubbio, ma le parole del Papa scuotono dal torpore le coscienze umane, inducono a riflettere, hanno valenza profetica. Infatti noi oggi ci ritroviamo chiusi nelle nostre case, spaventati da qualcosa di imponderabile. Attraverso i media, tutti ci auguriamo che la pandemia finisca. Io dico: Amen! Intanto però usiamo bene il tanto tempo a nostra disposizione; chiediamoci, rispondendo onestamente, se la nostra coscienza sia narcotizzata o anestetizzata, ridando ad essa la libertà di esistere davvero.
+ Lucio Renna
Vescovo Carmelitano