Le leggende dei giorni della merla: perché si chiamano così

La leggenda dei giorni della merla: perché si chiamano così

Fonte : SUPEReVA
Ma da cosa deriva la suggestiva locuzione di “Giorni della Merla“? Perché si chiamano così? Le spiegazioni sono molteplici, ma una delle versioni più accreditate è legata a un’affascinante leggenda.
Si narra di una “sfida” tra una merla, all’epoca completamente bianca, e il mese di gennaio, allora composto solamente da 28 giorni. La merla, stufa delle continue nevicate ogni volta che cercava cibo, decise di affrontare la situazione in modo strategico. In un anno particolare, raccolse una grande quantità di cibo e si barricò nel suo nido, decidendo di sfidare il mese di gennaio.
Tuttavia, il mese di gennaio, sentendosi oltraggiato, decise di “vendicarsi”. Chiese tre giorni in prestito a febbraio, che aveva 31 giorni. Quando la merla, convinta che il suo nemico fosse finalmente passato, uscì dal nido, si ritrovò di nuovo ad affrontare la gelida forza di gennaio. Quest’ultimo la investì con un’ondata di vento freddo mentre l’uccello era in cerca di cibo.
Per sopravvivere, la merla cercò rifugio accanto al comignolo di una casa per i tre giorni in più del mese. Al termine di questo periodo, riuscì a salvarsi, ma a un prezzo. Le penne, un tempo candide, persero il loro splendore diventando nere a causa della fuliggine e del fumo del camino.
Secondo questa affascinante tradizione, a partire da quel momento, gennaio ottenne il privilegio di estendere la sua durata a 31 giorni, “rubati” per sempre a febbraio. Gli ultimi tre, in particolare, divennero noti come i giorni più freddi dell’anno. Parallelamente, le penne dei merli, una volta candide, assunsero una tonalità scura a ricordo della sfida e del sacrificio compiuto dalla coraggiosa merla.
La leggenda della merla di Persefone
La leggenda della merla come messaggera di Persefone è una narrativa ricca di significato e intrisa di antiche tradizioni greche e latine, da cui deriva l’interpretazione diffusasi nella tradizione italiana. Secondo questa affascinante storia mitologica, la merla assume il ruolo di annunciatrice dell’arrivo imminente della primavera, fungendo da tramite tra la regina degli Inferi, Persefone, e la sua madre, Demetra o Cerere. Gli antichi, d’altronde, vedevano negli uccelli dei messaggeri degli dei, conferendo loro un significato simbolico profondo.
Nel mito, Persefone preannuncia la sua visita alla madre Demetra dal regno dell’Ade attraverso la merla. La presenza di questo uccello diventa, quindi, un presagio dei cicli stagionali e delle mutevoli condizioni climatiche. Secondo la leggenda, a seconda dei giorni e del clima in cui la merla faceva la sua comparsa (tenendo conto dell’antico calendario romano, non sincronizzato con il calendario moderno), Persefone avrebbe visitato la madre in anticipo o in ritardo.
Se la merla usciva dal nido in giornate miti, ciò significava che Persefone stava facendo la sua visita in anticipo, e quindi l’inverno avrebbe prolungato la sua permanenza. Al contrario, se le temperature erano estremamente basse, la primavera sarebbe arrivata presto, poiché Demetra avrebbe riabbracciato la figlia in tempi brevi.
La leggenda della Merla del Po
Mentre la leggenda della merla come messaggera di Persefone costituisce la spiegazione principale dietro l’origine della locuzione “Giorni della Merla“, esistono altre versioni che la collegano ad avvenimenti storici. In particolare, un’interessante narrazione riporta l’espressione a un contesto militare, durante il quale un esercito si trovava a dover far attraversare un cannone denominato ‘Merla’ oltre il fiume Po.
Questa affascinante storia racconta che l’esercito, consapevole delle difficoltà logistiche di far avanzare un cannone pesante, decise di aspettare i giorni più freddi dell’anno. La scelta di attendere gli ultimi giorni di gennaio era strategica, poiché il clima gelido avrebbe ghiacciato le acque del Po, facilitando il traino dell’artiglieria attraverso una superficie solida. La denominazione “Giorni della Merla” deriverebbe quindi da questo contesto, sottolineando la connessione tra la locuzione e l’impresa militare di superare gli ostacoli naturali con astuzia e strategia.