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Per ricordare il dr. Giancarlo Zito  a cura del dr Salvatore PUNGENTE

Per ricordare il dr. Giancarlo Zito  a cura del dr Salvatore PUNGENTE

Mi sconvolge profondamente la morte di Giancarlo, il dr. Giancarlo Zito, l’amico torrese e valido professionista, forse ultimo di quei medici che io definisco della persona a 360 gradi. Lui che ha studiato tanto per soccorrere gli altri fino al punto di non essere soccorso egli stesso nel momento del bisogno. Quanto è sottile quella linea di confine che separa il soccorre ed aiutare gli altri (trascorrendo per questo obiettivo la gran parte degli anni della propria vita) all’essere soccorso. Questa notizia mi ha letteralmente violentato nel corpo e nello spirito perché la considero una ulteriore forma di aggressione a quella che ormai oggi dilaga negli ospedali nei confronti del personale medico e paramedico. Purtroppo è un dato oggettivo che il medico si scopre oggi facile bersaglio di aggressioni, verbali e fisiche, succube di tutte quelle disfunzioni della sanità pubblica, dagli ospedali sovraffollati da cittadini in attesa di risposte o di un posto letto, che semplicemente non c’è, ai tempi di attesa cresciuti a dismisura. Sono sempre più convinto che così come non esiste più il medico di una volta, credo che non esista più nemmeno il paziente di una volta e forse anche il cittadino di una volta. Oramai il paziente è divenuto l’utente esigente, il consumatore diffidente ed arrogante che spesso entra in conflitto con il medico prima ancora di cominciare a parlargli, consapevole di essere titolare di diritti, tra i quali annovera la scelta delle cure e purtroppo anche dei percorsi diagnostici all’interno dello stesso ospedale.Nella sanità che ci fanno vivere al posto delle persone abbiamo sostituito numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito la spada di damocle delle spese di budget delle aziende che ci considerano figli di un dio minore. Per questo noi medici ci sentiamo in crisi perché quasi spogliati della nostra competenza e soprattutto della nostra autorità a decidere delle sorti del malato, perché siamo e ahimè continueremo ad essere soli di fronte al rischio civile, penale, patrimoniale e disciplinare insito in ogni nostro atto. Mi fa male dire che i pazienti, non sono più considerate persone con problemi sanitari ma lavoro medico ed infermieristico, ovvero cartelle cliniche e prestazioni che bisogna smaltire.E mentre in passato si veniva considerati quasi delle divinità, purtroppo oggi per molti o forse tanti siamo considerati meri esecutori di algoritmi, a volte superpagati e incapaci di prestare ascolto alle sofferenze fino a non essere neanche soccorsi nel momento in cui si diventa vittime di incidenti stradali!!!La notizia della morte di questo caro amico ha suscitato in me tante riflessioni, importanti e meno importanti, ma la più tragica è che Torre Santa Susanna piange uno dei suoi figli che si è sempre speso per i suoi pazienti, e la storia, Torre e tutti i suoi amici lo ricorderanno per il bene che ha fatto. Mi raccomando amico mio, riposa in pace e continua ad indossare in paradiso il camice della tua purezza.

Un abbraccio affettuoso

Salvatore Pungente

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