Riceviamo e Pubbichiamo -“Sotto i rovi” di mons. Lucio Renna
SOTTO I ROVI – di Mons. Lucio Renna
Rovi spinosi, le tue parole,
senza suono di voce umana
e ringhiano
sputando rabbiose spine.
Fili spinati lo attorniano
ch’ogni evasione scoraggiano.
Sui ventagli di foglie stranite
formiche o libellule
non sognano il sole,
che, livido, compare e scompare,
sul panorama di morte.
Come può sorgere il mattino
dopo aurore e albe livide,
senza un briciolo di chiarore?
Parlar di mattino ad Auschwitz
è come sognare inesistenti oasi
nel deserto arido, squallido, muto
di umanità violata e stracciata.
È inutile chiamare, gridare, cantare!
È inutile danzare… le gambe non reggono
il ritmo siglato da mortifero regista!
È inutile aggrapparsi
alla devastata zattera delle ore
che non segnano, se non il tempo di morte!
Ogni minuto è sospeso al fiato velenoso
del dictat disumano
purtroppo appartenente a un uomo…
se uomo può chiamarsi
chi sopravanza di molto la crudeltà
di una bestia infuriata.
Il filosofo fu indovino, vate o profeta,
quando sentenziò: “homo homini lupus”.
Dove trovare tracce di umanità
nel campo dell’Olocausto,
cosparso di sangue innocente
e pieno di ciminiere fumanti
il nerastro velo, testimone di empietà?
I rovi spinosi vorrebbero,
ma non possono addolcire le loro spine
sulle quali restano brandelli putrescenti
di innocenti vittime umane.
Posti a muraglia
tra gli umani e la vita,
i rovi piangono, forse,
di nascosto un mondo
che si sgretola
ad ogni parola del tiranno,
uomo per nascita
ma belva inferocita di mestiere.
Sotto i rovi che coprono fosse comuni,
i resti illacrimati
di coloro che respirano eternità.
+ Lucio M. Renna