SANREMO a cura del Preside prof . Luigi Pranzo
SANREMO
a cura del Preside prof . Luigi Pranzo
L’Italia è un paese che ha avuto sempre una particolare vocazione per il bel canto: “ Canta ca ti passa “ dicevano gli antichi, perché il canto, secondo loro, svolgeva una funzione catartica; scacciava il malumore, i pensieri cattivi o le preoccupazione che affliggevano la vita di ogni giorno. L’origine della canzonetta si perde nella notte dei tempi; già nel settecento troviamo forme di canzoni dialettali nelle “ serenate “ o nelle “ villanelle” canzoni di tipo agreste, accompagnate da tamburelli e nacchere. Il passaggio alla canzone d’ amore lo si ebbe con le canzoni napoletane “ TE VOGLIO BENE ASSAJE del 1839 – “ Santa Lucia “ del 1849, cantata da Enrico Caruso – “ Quel mazzolin di fiori “ del 1870 – “ FUNICULI’, FUNICULA’ “ del 1880 – “ ERA DE MAGGIO “ del 1885 con testo di Salvatore Di Giacomo – e nel 1898 “ ‘O SOLE MIO “ diventava la carta di identità dell’Italia nel mondo. Il XX° secolo non fu meno prodigo di canzoni, basta citare “ Ninì Tirabusciò del 1911 – “ O Dio del cielo “ del 1915 – e “ Come pioveva “ del 1918 .
Nel 1951 Nicola Amato e Angelo Nizza, così come era accaduto nel 1939 con l’istituzione del Festival di Napoli, al fine di dare una visibilità nazionale alla canzone italiana istituirono la prima edizione del Festival nel salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo. Quella edizione restò famosa. Fu vinta da Nilla Pizzi con la canzone “ Grazie dei fiori “. Allora ringraziavano per i fiori; oggi li scalciano e li calpestano. Da allora, fino ad arrivare ai giorni nostri, gli artisti italiani hanno prodotto tantissime canzoni stupende, e giusto per citare quelle che ricordo in questo momento non posso esimermi dal menzionare “ALICE “ di De Gregori per la cui protagonista il tempo scorre nella piena indifferenza del genere umano; la canzone “ Guerriero “ di M. Mengoni o “ Destinazione paradiso “ di G.L. Grignani o le stupende canzoni di L. Battisti o di F. De Andrè. Sono tutte canzoni dalla melodia semplice e gradevole, tanto che, dopo averle ascoltate una sola volta alla radio, l’indomani la gente le canticchiava. I testi avevano sempre un contenuto chiaro e preciso, il cui leit motiv era incentrato su riflessioni reali: un amore perduto e la speranza di ritrovarlo – la tristezza – la gioia – un ricordo del passato – la dolcezza di un fiore – la pioggia – il sole – la neve – la luna e così via, tutta roba per umani, magari con poca cultura, ma con tanta sensibilità poetica e musicale. Ora tutto è cambiato: la melodia è quasi inesistente e quando è appena abbozzata è sovrastata dalle urla e dallo schiamazzo del cantante. Il testo, poi, non ha bisogno di comunicare niente a nessuno, l’essenziale che suggerisca qualcosa soltanto a chi l’ha scritto, tanto ci sono i saggi interpreti che spiegano agli analfabeti che il testo tratta di: una coppia che si sente diversa: “ Siamo un libro sul pavimento/ in una casa vuota/ che sembra la nostra…. “ – O magari si parla di una relazione finita, della sofferenza causata … e del ruolo che avrebbe avuto DIO in tutto ciò, o vuol narrare un amore tormentato, dove il protagonista grida disperatamente: “ Ho paura di non riconoscerti mai più…..io che ho un posto, ma non qui, tra le tue grida in loop” . Viviamo in un mondo di “ buonisti “, dove tutto è consentito; tutti sono accolti con applausi e fiori; un mondo in cui la comprensione supera abbondantemente i limiti di ciò che un tempo era considerato illecito e trasgressivo. Purtroppo, non si ha più l’autorevolezza di dire a chi mette i piedi sul palcoscenico del Festival che SANREMO È la vetrina che si affaccia sul mondo intero, con le sue dolci melodie, con la sua innata finezza, con il suo fine e ricercato abbigliamento, con i suoi fiori, con il suo codice comportamentale che non conosce nervosismi e pubbliche effusioni amorose. SANREMO non è quindi una vetrina per mostrare i bei tatuaggi o un taglio di capelli alla moda, tanto per non essere di meno rispetto ad altri. SANREMO non è il posto giusto per mostrare il fisico delle concorrenti seminude; SANREMO è il tempio della musica; SANREMO rappresenta l’Italia ed in quanto tale non è il luogo per rappresentare altri paesi, altre culture, altri stili di vita.