Una vecchia foto…..e tanti ricordi…. di Nicola Muscogiuri
Una vecchia foto…..e tanti ricordi…. di Nicola Muscogiuri
Da tanti anni a questa parte ogni estate e dopo la festa di Santa Susanna, che purtroppo quest’anno per le ben note vicende sanitarie è stata vissuta in tono alquanto minore, rivedo con piacere un amico compaesano che ormai da tanto tempo vive stabilmente nella bella e colta città di Firenze. Egli è Rocco Morleo, fratello di Salvatore, noto ex imprenditore nel campo della pubblicità, e con la sua terra d’origine non ha mai reciso quell’ideale cordone ombelicale che lo tiene legato affettivamente, tanto che almeno una volta l’anno deve farvi ritorno. Appena incontrati e dopo il sincero saluto fraterno è d’obbligo sincerarci sulle reciproche condizioni di salute, ma inevitabilmente, come ogni volta, ci lasciamo andare a discorsi in cui riaffiorano i ricordi dei comuni trascorsi di gioventù, chiedendoci anche notizie recenti di un amico, di un conoscente, di un compagno di giochi, ecc.. Lui fin da giovanissima età ha dovuto lasciare il suo Paese e gli amati genitori per inseguire il sogno di un lavoro stabile che gli assicurasse un futuro sicuro e dignitoso. Si era sul finire dei favolosi anni ’60 e Rocco frequentava l’Istituto Alberghiero di Brindisi e ad ogni fine anno scolastico la Dirigenza scolastica dava la possibilità ad ogni alunno di poter fare esperienza lavorativa presso le Strutture alberghiere di tutta Italia. Penso che tale opportunità venga data anche al giorno d’oggi ai giovani frequentanti tale Scuola, allo scopo di fargli fare l’esperienza necessaria per poi essere pronti nella realtà lavorativa a diploma acquisito. Così il mio amico Rocco, ancora ragazzino, parte per fare esperienza diretta di sala/ristorazione ed uno dei primi anni gli capita di lavorare all’Hotel Ariston di Milano Marittima, frazione balneare di Cervia, rinomata località turistica sul mare Adriatico. In questa struttura, senza che Lui l’avesse saputo prima, trova come improvvisati colleghi, cioè “camerieri di sala”, altri giovani paesani, alcuni anche suoi conoscenti. A riprova di quanto mi racconta, mi regala una copia di una “vecchia foto”, dove in questa, dopo attenta ed incerta visione
si possono riconoscere Rocco stesso (il primo a sx), un giovanissimo Avv. Raffaele Missere – per gli amici sempre Uccio – ed un’altro ragazzo, Silvio Solazzo, purtroppo poi deceduto in giovane età. Qualcuno che si troverà a leggere questi semplici ma veri ricordi, potrebbe chiedersi come mai l’Avv. Missere e l’altro amico si trovarono in quel contesto lavorativo, non essendo studenti dell’Alberghiero e la risposta, ancora oggi, è solo questa: la voglia di lavorare che avevano quei ragazzi e il desiderio d’avventura che animava la loro anima ribelle ma profondamente pulita. C’era anche tanta voglia di fare esperienze oltre lo stretto ambito paesano e sicuramente quegli anni sono serviti anche per fargli diventare le brave Persone che hanno dimostrano di essere ed apprezzare poi tutto ciò che nella vita hanno saputo ottenere. Modestamente scrivo di quell’esperienza con cognizione di causa, in quanto anch’io appena l’anno prima ( forse sarò stato una sorta di pioniere) facevo il mio primo viaggio lontano da Torre per seguire il mio amico Antonio Epifani, anch’egli studente dell’Alberghiero, e così lavorare da cameriere all’Hotel de France di Rivazzurra di Rimini. Successivamente anche altri amici del tempo, sempre non scolari Alberghiero, come Dionigi Pinto, Pinuccio Galante ed altri, partirono verso varie destinazioni per fare la stagione estiva nelle strutture alberghiere. A fine anno scolastico del ’70, frequentavo il terzo anno all’Istituto Tecnico Industriale G. Giorgi di Brindisi ed essendo sicuro di essere promosso a scuola, chiesi al mio amico di mandarmi a chiamare nel caso ci fosse possibilità di lavoro. Appena pochi giorni dopo il suo arrivo in quel di Rimini, mi manda un telegramma a firma del Direttore, dov’era scritto: trovatoti lavoro, telefonami subito. Chiamai subito Antonio dicendogli che ero felice per la notizia e di voler partire il prima possibile ma, purtroppo, non avevo gli indumenti giusti per quel tipo di lavoro; ma Lui subito mi tranquillizzò, dicendomi che mi poteva dare qualcosa di suo, tanto quello che serviva era un pantalone nero, una camicia bianca ed una farfallina. Per la fretta però non avevamo considerato che Antonio era molto più robusto di me, ma in qualche modo rimediammo anche a questo inconveniente, ricorrendo all’aiuto di altri suoi colleghi che più o meno avevano la mia stessa taglia. E così rincuorato presi il primo treno da Brindisi, che peraltro non avevo mai utilizzato per un viaggio così lungo, per andare incontro al mio primo importante impiego lavorativo. Quanto cose potetti imparare e fu immensa la soddisfazione morale che mi colse nel poter mettere in busta il mio primo stipendio (…..settantamila lire) e mandarlo alla casa dei miei genitori a Torre. Noi giovani lavoranti, pure avevamo bisogno del denaro per le nostre necessità ed occasioni di svago, ma erano sufficienti le generose mance che davano i clienti dell’Albergo e per le prime volte in vita mia mi vedevo con tanti soldi onestamente guadagnati. Da allora è passato tanto, troppo tempo…ma, nonostante, i ricordi sono indelebili e riportano sempre grande emozione ripensando a quei “migliori anni della nostra vita”…
Nicola Muscogiuri