Violenza senza fine….. (riflessioni da uomo di strada)
Violenza senza fine…..
(riflessioni da uomo di strada)
A cura di Nicola Muscogiuri
Nonostante che ormai se ne sentono tante e quasi a ritmo quotidiano, viene fuori sempre qualche notizia che non ti saresti mai aspettato di sentire per quanto brutale ed aberrante. Sono molti, anzi troppi, fatti di cronaca di questi giorni segnati da una violenza a dir poco disumana. Ma quello che ancor più fa inorridire è lo scempio che si attua sul corpo umano, se consideriamo che questo fin da quando è concepito nel grembo materno è l’emblema della bellezza, dell’amore e dell’immagine e somiglianza di quel Creatore, a cui dovremmo essere sempre grati e riconoscenti. E quindi come si può accettare che si tolga la vita ad un uomo solo per dargli una lezione e poi, non pienamente soddisfatti, infierire sul suo corpo forse anche a dispetto del colore della sua pelle. E come si fa a togliere la vita ad un uomo del Signore, che viveva solo per dare agli ultimi anche il proprio cuore. Possibile che per quanti problemi mentali potesse avere l’aggressore, non sia riuscito a frenare quell’istinto omicida, scatenatosi contro una Persona che sfidava ogni difficoltà per donarsi agli altri, Lui compreso. Poi addirittura un fratello, che non gradiva una certa relazione, decide la fine della giovane vita della propria sorella per dargli una lezione, anche di un tipo spettacolare, pur nella sua drammaticità. E’ ormai convinzione diffusa che questa violenza passa anche da un fenomeno molto preoccupante e che riguarda l’uso a dir poco disinvolto che se ne fa dei c.d. social a mezzo delle moderne tecnologie; infatti anche in quel mondo lo scambio forsennato del proprio pensiero, moltissime volte, libero da ogni remora morale avvelena la vita reale di ogni Persona che ne fa uso, anziché aiutare a saper stare insieme e fare più amicizia in questi tempi di forte solitudine e pieno di un individualismo sempre più esasperato. Come può essere contrastata questa deleteria tendenza, e come ognuno di noi può adoperarsi per cercare di contenere questo troppo disinvolto e intollerante comportamento, anche per aiutare chi per natura è fragile ed indifeso??? A costo di essere considerato ingenuo ed immaginario, mi piace pensare che non esistono altre armi all’infuori dell’amore sincero, della buona educazione, della bellezza delle cose offerte da madre natura, dell’attenzione e rispetto verso tutti indistintamente. E poi avere mitezza e tolleranza di carattere, per suscitare utile emulazione negli altri ed in contrapposizione a chi fa della violenza la sua ragione di vita per sentirsi appagato ed importante. Anche le famiglie credo che dovrebbero riappropriarsi dell’unico e vero ruolo educativo nei confronti dei propri figli e dei giovani in generale, insegnando loro che non è solo il dio denaro a dare la felicità o l’esibizione di un corpo scolpito da palestra o l’ostentare abiti ed accessori griffati, ecc…Ogni tanto, guardare indietro ai remoti trascorsi delle nostre famiglie forse non sarebbe inutile e potrebbe suscitare il desiderio, come allora, della “sacralità della vita” e del piacere della condivisione anche nel poco. Moltissime di quelle Persone addirittura l’avrebbero donata la propria vita, come avvenuto negli infausti periodi bellici, per costruire un mondo di libertà ed umanità alle future generazioni. Nessuno potrà mai dire che quelle famiglie non amavano i propri figli e chi come il sottoscritto è cresciuto con determinate regole e senza tante pretese, mai dirà di essersi sentito “maltrattato”, pur se più di qualche volta ha visto e sentito “lavorare” su di se la cinghia dei pantaloni del proprio genitore per ripristinare certi irrispettosi comportamenti. Da sempre si dice che i proverbi non falliscono mai ed anche nel contesto di quanto appena detto, credo sia significativo il seguente, che non saprei da quale località d’Italia provenga, ma senz’altro ha carattere di universalità: “mazza e panelle fanno i figli belli, panelle senza mazz’ fanno i figli pazz”!!! Forse anche da qui dovrebbe ripartire la missione per una nuova umana civiltà e quindi “ripensare la vita”, per riportarla alla giusta e sacra considerazione, anche contro ogni espandersi dell’odio che si ostina a condizionarla in negativo. E pur non essendo del campo, se non per essere stato discreto studente, modestamente credo che anche la Scuola dovrebbe attivare ogni sforzo organizzativo ed educativo per prevenire atteggiamenti e comportamenti violenti. Il compito ad essa delegato è certamente difficile e gravoso, anche per via di una certa “autorevolezza” perduta negli anni sull’altare di una democrazia pretesa nella gestione degli Istituti scolastici che, lo dico per personale esperienza, non ha dato i frutti sperati. Ma anche questo presuppone che da parte dell’utente giovane ci sia la volontà di bandire la cultura della violenza ed eliminare dalla propria cognizione di vita atteggiamenti e comportamenti poco edificanti e permettere di favorire rapporti interpersonali improntati al rispetto umano ed alla solidarietà. E come non pensare che anche l’intera società civile, di cui tutti ne facciamo parte, deve dare dimostrazione di un cambio di passo non solo con le parole, ma soprattutto nel vivere la quotidiana realtà della propria esistenza. Forse cosi la speranza di una società più a misura d’uomo, a cui ognuno aspira, non sarà soltanto un sogno…..
Nicola Muscogiuri