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A causa del maltempo di ieri ,29 Maggio ’22, la grandine, nel Tarantino ha distrutto interi raccolti distrutti

A causa del maltempo di ieri ,29 Maggio ’22, la grandine, nel Tarantino ha distrutto interi raccolti distrutti
Fonte : La Gazzetta del Mezzogiorno
Si contano i danni dopo il nubifragio e la grandine che si sono abbattuti ieri sul Tarantino. «Un intero anno di lavoro distrutto dalla grandine. Vigneti, uliveti, campi di grano, frutteti e ortaggi: nell’area occidentale di Taranto sono stati devastati dai chicchi di ghiaccio che si sono abbattuti ieri su Mottola, San Basilio, Palagianello, Castellaneta, mentre veri e propri nubifragi hanno colpito anche Castellaneta Marina (allagati i sottopassaggi di accesso alla marina) e altre zone del comprensorio».
Pietro De Padova, presidente dell’area Due Mari (Taranto-Brindisi) di Cia Agricoltori Italiani, è sconfortato, e senza giri di parole conferma che «i danni purtroppo sono ingenti. C sono giunte decine di segnalazioni e, sui nostri social, abbiamo documentato la furia e gli effetti della grandine».
Il direttore di Cia Due Mari, Vito Rubino, spiega che «nelle prossime 24-48 ore dovranno essere completate le verifiche sul campo, ma il quadro è davvero drammatico. Invitiamo gli imprenditori agricoli a segnalare i danni rivolgendosi alle nostre sedi, in modo da poterci attivare anche presso le istituzioni». Com’era già «accaduto nel Foggiano, anche nella zona occidentale della provincia di Taranto – osserva l’associazione di agricoltori – le temperature altissime degli ultimi giorni avevano creato le condizioni per l’evento climatico estremo verificatosi ieri».
COLDIRETTI: COLPA DELLA TROPICALIZZAZIONE
«La caduta della grandine nelle campagne – sottolinea Coldiretti Puglia – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni di frutta e verdura nei campi proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis».
«Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti regionale – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi».
«La siccità minaccia oltre il 30% della produzione agricola, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, ma a preoccupare è anche lo sviluppo delle colture destinate all’alimentazione degli animali, l’irrigazione degli ortaggi, degli oliveti e dei frutteti, perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
I pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra, uno scenario che impone – insiste Coldiretti Puglia – di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una lungimirante politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia Ma a preoccupare – continua la Coldiretti Puglia – sono anche gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme, ma anche in Salento dove l’abbandono dei campi a causa della Xylella che ha fatto seccare gli ulivi ha reso drammatico il fenomeno degli incendi.

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