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ALLA LUNA PIENA di ERRICO BELLO

ALLA LUNA PIENA
DI ERRICO BELLO

Tu, luna, così splendida di notte,
batti ì tuoi raggi luminosi sulle mie porte.

Quelli a sinistra e quelli a destra,
• ti vedo sorridere dalla mia finestra.

Con la tua presenza ed il tuo sorriso

sento di essere vicino al Paradiso.
Ora, camminando sotto il tuo mantello,
scopro di amarti come un fratello.
Un giorno, nell’al di là, racconterò questa storiella
e dirò a t utti quanto eri bella.
Sorrido, per qualche secondo,
pensando che non sei mia, ma di tutto il mondo.

Nasce in me un forte tormento:
non tutti ti guardano in questo momento.
I tuoi raggi vengono giù con tanta dolcezza,

ogni tuo raggio per me è una carezza.
Perdonami, o luna, io sono vecchietto,

sono ormai stanco e torno nel letto.
Al Signore, in silenzio, recito una preghiera:
spero di vederti anche domani sera.
Gli occhi si chiudono, hanno bisogno di riposo,
inizio a sognare di essere un giovane ambizioso.
Ritorna il cammino che io ho già fatto,
quando il mio pensiero forse era esatto.
Poi mi ritrovo di nuovo su quella via,
con la voglia di una luna tutta mia.
E, mentre sto li fermo a guardare,
m’accorgo che una fetta ti viene mancare.
Poi di nuovo è sera, e ne scompare un’altra,
man mano ti sfogli come un libro di carta.
Una sera dopo l’altra, tu sparirai
ma il mese prossimo ritornerai.
Invece, a me vecchietto, quando verrò a mancare,
nessuno mi aspetti, non potrò tornare.
Andrò lontano, non si sa,
dove nessuno mai mi vedrà.
Mi potranno cercare solo con il cuore,
sperando di essere lassù con il nostro Signore.

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