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DIETA MEDITERRANEA Mezzo cucchiaio d’oliva al giorno riduce rischio malattie cardiache e cancro. Lo dice Harvard

DIETA MEDITERRANEA Mezzo cucchiaio d’oliva al giorno riduce rischio malattie cardiache e cancro. Lo dice Harvard
Fonte: AGRIFOOD TODAY
Usarlo al posto di burro e margarina, abbassa tra l’8 e il 34% il rischio di contrarre gravi patologie. Effetti benefici maggiori su chi pratica sport e mangia molta frutta e verdura
Utilizzare l’olio d’oliva al posto di burro, margarina e maionese può far vivere più a lungo. È quanto emerge da uno studio dell’Università di Harvard, condotto per quasi 30 anni su circa 90mila operatori sanitari. I ricercatori hanno scoperto che il gruppo che consumava più olio d’oliva aveva meno probabilità di morire per una serie di malattie. Pubblicato nel Journal of the American College of Cardiology, lo studio si basa sull’analisi di dati effettuati su 60,582 donne e su 31,801 uomini, che lavorano nel settore sanitario degli Stati Uniti. Nel 1990, anno di inizio della ricerca, nessuna delle persone coinvolte aveva malattie cardiache o cancro. Sono stati sottoposti loro dei questionari ogni quattro anni con aggiornamenti nell’arco totale di 28 anni. In base alle loro risposte, i ricercatori hanno calcolato il loro consumo di olio d’oliva, come condimento a crudo per insalate o sul pane, o usato nella cottura e frittura dei cibi.
Rispetto alle persone che non avevano mai o raramente mangiato olio d’oliva, quelli che ne avevano utilizzato di più hanno visto ridursi del 19 per cento la possibilità di morire per malattie cardiovascolari o ictus. Il rischio di morire di cancro è risultato inferiore del 17 per cento, mentre per le malattie respiratorie era più basso del 18 per cento. Ancora maggiore l’incisività su cause neuro-degenerative, come il morbo di Alzheimer, dove il rischio è sceso del 29 per cento. Da sottolineare che i partecipanti che hanno dichiarato un maggior consumo di olio d’oliva, rispetto agli altri, erano spesso più attivi fisicamente, avevano antenati dell’Europa meridionale o del Mediterraneo, non fumavano o lo facevano in modo ridotto e avevano l’abitudine di mangiare molta frutta e verdura. Il consumo medio, per la categoria di principali consumatori di olio d’oliva (il 5% del campione), era di circa 9 grammi al giorno, mentre un cucchiaio da tavola equivale a 13.5g di olio d’oliva.
Va precisato che lo studio è basato su dati di osservazione, quindi non può dimostrare in modo diretto che i livelli di olio d’oliva consumati abbiano causato meno morti, ma i ricercatori hanno comunque verificato che il prodotto ha “proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti” che potrebbero aver giocato un ruolo nel benessere maggiore di una parte del campione. “I medici dovrebbero consigliare ai pazienti di sostituire alcuni grassi, come la margarina e il burro, con l’olio d’oliva per migliorare la loro salute”, ha affermato la dottoressa Marta Guasch-Ferré, la ricercatrice senior che ha condotto lo studio. Sostituire dieci grammi al giorno di altri grassi con l’olio d’oliva è stato collegato infatti ad un rischio inferiore tra l’8 e il 34 per cento, a seconda della malattia. Sostituire l’olio d’oliva con altri oli vegetali non è stato invece collegato ad alcun beneficio significativo per la salute. L’olio d’oliva, considerato come un componente chiave della dieta mediterranea, è stato collegato in generale ad una migliore salute del cuore e del cervello, così come alla longevità. A completare una dieta che viene considerata tra le più salutari al mondo c’è anche un alto consumo di frutta e verdura, così come di noci, legumi, fagioli, cereali e pesce, mentre prevede una minore assunzione di carne e latticini. Nella scelta dell’olio d’oliva bisogna fare attenzione anche alla sua qualità, come dimostra una recente ricerca di Altroconsumo, che ha stilato una classifica su 30 marchi di olio extravergine.
Assodato che questo prodotto provoca benefici sulla salute, secondo i ricercatori emergono quesiti ulteriori. In un editoriale di accompagnamento allo studio, Susanna C. Larsson, professoressa di epidemiologia presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, ha espresso alcune domande chiave: “Le associazioni sono causali o spurie? Il consumo di olio d’oliva è protettivo solo per alcune malattie cardiovascolari, come l’ictus e la fibrillazione atriale, o anche per altre importanti malattie e cause di morte? Qual è la quantità di olio d’oliva necessaria per un effetto protettivo?”. Solo ricerche ulteriori potranno garantire risposte esaustive a queste domande.

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