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Errori dei medici, si cambia: quando verranno puniti (penalmente) e quando no

Errori dei medici, si cambia: quando verranno puniti (penalmente) e quando no

Fonte: TD REDAZIONE

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato di voler depenalizzare la responsabilità medica, prevedendo un’eccezione solo per il dolo, ovvero per i comportamenti che prevedono la volontà di arrecare un danno al paziente. L’obiettivo è contrastare la così detta “medicina difensiva” ovvero l’eccesso di prescrizioni di esami o prestazioni da parte dei camici bianchi che cercano in questo modo di mettersi al riparo da contenziosi legali. In effetti la legge italiana è molto severa verso il personale sanitario e anche un errore commesso in buona fede rischia di essere sanzionato a livello penale, come accade soltanto in Polonia e Messico.

Oltre a ingolfare la macchina della giustizia, gli innumerevoli ricorsi da parte dei pazienti sono un problema per la stessa sanità. Per un motivo banale: ricorrere a esami che non sono necessari, prescritti dai medici proprio per evitare conseguenze penali, allunga ulteriormente le liste di attesa. L’intenzione della maggioranza dunque è quella di cambiare rotta. 

Si tratta di una riforma che i camici bianchi attendono da tempo. Come spiega Silvestro Scotti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), oggi “ogni medico può essere denunciato dal paziente che ritiene di essere stato vittima di un errore da parte del sanitario in relazione alla terapia o alla gestione del caso, e il medico può per questo essere condannato con una sanzione penale. Un recente studio Eurispes ha però rilevato che nel solo tribunale di Roma oltre il 70% delle cause in sede penale si conclude con l’assoluzione non comportando il coinvolgimento dei medici”.

L’intenzione del governo sembra essere quella di depenalizzare la responsabilità medica, mantenendo però quella civile. Pierino Di Silverio, segretario del sindacato Anaao-Assomed, fa notare che ogni anno in Italia ci sono fino a 350mila cause all’anno contro le strutture sanitarie e il personale medico. Un numero abnorme. Per questo, dice Di Silverio, la riforma sul tavolo dell’esecutivo è “il primo imprescindibile passo per rimettere al centro delle cure il paziente ed il medico, evitando una medicina difensiva che allunga i tempi di cura”. 

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