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Gli imprenditori della ristorazione tornano a denunciare la mancanza di personale nelle sale e nelle cucine

Gli imprenditori della ristorazione tornano a denunciare la mancanza di personale nelle sale e nelle cucine.
Brindisi report
Gli imprenditori della ristorazione tornano a denunciare la mancanza di personale nelle sale e nelle cucine. Secondo i dati di Unioncamere e Anpal è però molto più difficile trovare artigiani e operai specializzati
Cucine senza cuochi e sale a corto di camerieri: un problema che, almeno a sentire gli imprenditori, è diventato strutturale. Soprattutto dopo la pandemia. Il tema è ovviamente complesso e non sarebbe giusto guardarlo solo da un solo punto di vista (quello dei ristoratori): c’è la paga oraria considerata da molti giovani non adeguata, c’è chi preferirebbe poter lavorare in nero per non perdere il reddito di cittadinanza, c’è la “giungla” di un settore in cui purtroppo alcuni imprenditori hanno lavoratori in regola per meno ore di quelle effettivamente lavorate, come ci aveva raccontato Giovanni Cafagna, presidente dell’Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali (ANLS).

Tutte sfaccettature che però non risolvono il problema di fondo dei ristoranti a corto di personale. Federico Vestri, presidente dei ristoratori dell’associazione commercianti di Arezzo, non usa mezzi termini. “La situazione è drammatica” dice alla collega Claudia Failli di ArezzoNotizie. “Personalmente ho bisogno di quattro, cinque, addetti tra sala e cucina. Sono mesi che lavoriamo con meno personale di quanto ne avremmo bisogno. Addirittura conosco colleghi che hanno rinunciato a prenotazioni perché in difficoltà con l’organizzazione del servizio”.

“C’è poca disponibilità a lavorare di sera o nel weekend”
Gli imprenditori, non è una novità, lamentano anche la scarsa volontà di “sacrificarsi” (passateci l’espressione) di molti aspiranti lavoratori. “Da quanto emerso in vari colloqui che ho condotto con persone che hanno risposto agli annunci” spiega “è emerso che c’è poca disponibilità a lavorare nelle fasce serali e nel weekend ma, ad esempio, nel caso del Crispi’s (hamburgeria di cui Vestri è titolare, ndr), dove sono alla ricerca cerco addetti, è impossibile essere occupati in fasce orarie differenti. In altre occasioni, c’è chi mi ha detto che se avesse accettato la mia offerta, e quindi fosse stato assunto regolarmente, avrebbe perso i sussidi. Insomma, una serie di difficoltà aggiuntive che rendono la ricerca in salita”.

Musacci (Fipe): “Alcuni pretendono di lavorare in nero”
Un problema di recente sottolineato anche da Matteo Musacci, presidente Fipe Emilia Romagna. “Ci sono lavoratori – ha detto – che percepiscono redditi speciali, poco importa che si tratti di disoccupazione o reddito di cittadinanza, e non vogliono perdere la sicurezza di questi contributi andando a lavorare in un settore che durante la pandemia non ha potuto offrire prospettive. Alcuni magari sarebbero anche disposti a lavorare, ma pretendono di lavorare in nero per poter percepire entrambe le retribuzioni, cosa ovviamente illegale. E poi ci sono quelli che hanno cambiato del tutto lavoro, piuttosto che lavorare in un ristorante, con tutte le incertezze del caso. Un trend da contrastare in tutti i modi ricreando anche le condizioni strutturali per far sì che il lavoro nei pubblici esercizi torni attrattivo e in questo senso una seria riflessione anche sugli effetti deleteri del reddito di cittadinanza va condotta”.
È molto più difficile trovare artigiani e operai: cosa dicono i dati
Occorre però anche contestualizzare il fenomeno alla luce dei (pochi) dati di cui disponiamo. Secondo l’ultimo bollettino del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere – Anpal, la ristorazione non è ad esempio il settore che incontra più difficoltà nel reperire personale. Anzi. Nei fatti si rivela molto più difficile trovare un operaio specializzato (63,4%), un tecnico informatico (58,4%), un artigiano nel settore delle costruzioni o un saldatore, piuttosto che un addetto alle attività di ristorazione (38,7%). In questo caso anzi la difficoltà a reperire lavoratori è inferiore alla media. Quanto ai cuochi e camerieri che mancano, i sindacati denunciano spesso condizioni di lavoro nero e basse retribuzioni. Circostanze che certo non invogliano a mettersi in gioco. E che potrebbero essere parte del problema.

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