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I funerali di Giovanni Buccoliero, medico internista dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria stroncato ieri mattina da un arresto cardiaco mentre lavorava , si terranno oggi

I funerali di Giovanni Buccoliero, medico internista dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria stroncato ieri mattina da un arresto cardiaco mentre lavorava , si terranno oggi

Fonte: La Voce di Manduria
Si terranno oggi pomeriggio alle 17 nella chiesa Sacra Famiglia di Sava, suo comune di origine, i funerali di Giovanni Buccoliero, medico internista dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria stroncato ieri mattina da un arresto cardiaco mentre lavorava. La salma è stata portata ieri nella casa in contrada Cardinale dove il professionista viveva. La tragedia ieri mattini dopo le 8,30.
Era appena entrato in una stanza di degenza del suo reparto di medicina e come tutte le mattine aveva iniziato a fare il giro visite stanza per stanza. Ha detto agli altri di iniziare senza di lui perché doveva andare in bagno da dove non è più tornato. Giovanni Buccoliero, 61 anni, medico internista di ruolo, lo hanno trovato per terra, morto, rannicchiato nel piccolo ambiente con il rubinetto d’acqua aperto. Non respirava, era rimasto lì con il cuore fermo per alcuni minuti, troppi per sperare in una ripresa.
Non tornava così uno degli infermieri si è avvicinato alla porta del bagno ed ha provato a chiamarlo senza ricevere risposta. Dall’altra parte solo lo scroscio continuo dell’acqua. È stato questo ad insospettire i sanitari che hanno deciso di abbattere la porta temendo il peggio. Le manovre di soccorso sono iniziate immediatamente ma senza successo. Il massaggio cardiaco durato quasi un’ora e i farmaci non hanno dato esito, nemmeno gli anestesisti della rianimazione, intervenuto anche loro, hanno potuto fare niente per ridargli la vita. Un arresto cardiorespiratorio fatale, diranno i suoi colleghi che si sono dovuti arrendere tra lo choc e la rabbia, perché sin da subito si è pensato allo stress a cui tutto il personale del Giannuzzi è sottoposto per colmare le carenze dell’organico. C’era chi piangeva e chi lo faceva imprecando contro un sistema «che ci spreme come limoni».

Il dottor Buccoliero era un veterano della medicina. Specialista in oncologia era stato assunto di ruolo più di 25 anni fa e da allora non si era più spostato dal suo reparto. Attaccatissimo al lavoro, erano più le ore in cui indossava la divisa che gli abiti civili. I suoi colleghi confermano il suo stacanovismo: «non si tirava indietro mai», dicono di lui che oltre ad assicurar ei turni di servizio nel suo reparto di medicina, copriva anche le guardie notturne interdivisionali e, da questo mese, anche nel pronto soccorso. Buccoliero era uno dei sanitari «invitati» dalla direzione medica a fare da tappabuchi coprendo i turni scoperti del servizio di accettazione del Giannuzzi rimasto senza personale. Dall’inizio del mese il suo nome ha coperto cinque turni vuoto in pronto soccorso. Non ci sono conferme ufficiali ma le voci che circolavano ieri negli ambienti del Giannuzzi parlavano di un turno di 24 ore senza interruzione. Dopo le 12 ore in pronto soccorso martedì notte sarebbe rimasto in ospedale per le dodici ore successive, poi era tornato a casa e ieri mattina alle 8 aveva nuovamente timbrato il badge magnetico per l’ultima volta.
Affabilissimo e disponibile con tutti, era conosciuto anche per la sua pacatezza d’animo, mai un eccesso, mai un comportamento esuberante. «La mia famiglia è la medicina», diceva spesso alle persone che lavoravano con lui. Con l’equipe della medicina aveva affrontato la gestione dell’ospedale Covid dello scorso anno ed anche adesso seguiva i sette posti letto, sempre pieni, dedicati all’infezione virale che non accenna a fermarsi.
Per tutta la giornata di ieri la camera mortuaria dell’ospedale manduriano è stata un via vai di dipendenti che hanno reso omaggio alla salma. Ieri pomeriggio il carro funebre lo ha prelevato e lo ha portato nella sua casa a Sava dove oggi pomeriggio alle 17 ci saranno i funerali con rito nella chiesa della Sacra Famiglia. Buccoliero era sposato ed aveva tre figli maschi.

Le reazioni dei sindacati e della politica
Il segretario della Cgil di Taranto, Paolo Peluso lo definisce come «uno scenario bellico» il contesto in cui ieri si è consumata la tragedia all’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria dove il medico Giovanni Boccoliero è stato stroncato da un arresto cardiaco mentre visitava i suoi pazienti. Il sindacalista parla di «medici al fronte che allo stremo delle loro forze pagano ancora con la vita e con la compressione dei loro diritti, una politica scellerata di tagli e precariato in sanità e così un cittadino, un medico, stressato, stanco, e impossibilitato a riposare, andare in ferie, chiedere un congedo parentale, costretto a turni massacranti, fa male a se stesso, come è accaduto a Manduria e potenzialmente rischia di far male ad altri». Il segretario Peluso si rivolge poi a chi ha competenze per agire in fretta «prima che su quel terreno si registrino ancora perdite o inefficienze».

In attesa di nuove e indispensabili assunzioni, la Cgil ionica chiede con urgenza proposte e idee praticabili alla direzione generale dell’Asl di Taranto avvertendo che «se non ci sarà dialogo, ci sarà mobilitazione».

Anche la Uil Funzione Pubblica tarantina esprime sgomento per la morte del medico «venuto a mancare improvvisamente in servizio dopo un turno estenuante di lavoro di 24 ore». Ieri stesso la Uil sanità ha formalizzato una richiesta di incontro alla direzione generale sulle condizioni di lavoro e sui turni di servizio del personale del comparto e della dirigenza sanitaria.

L’ex sindaco di Sava, Dario Iaia, ora consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, ha appreso con sgomento la terribile notizia del concittadino morto. «Con tutta l’amministrazione esprimiamo profondo e sentito cordoglio alla famiglia Boccoliero e siamo vicini al loro dolore», dichiara Iaia. Che evita di entrare nel merito delle possibili cause o concause del decesso. «Non è il momento delle polemiche ma del dovuto rispetto per il lutto che ha colpito questa famiglia. Tuttavia – aggiunge -, in seguito dovrà essere affrontata una volta per tutte la questione del massacro della sanità pugliese e delle pessime condizioni di lavoro in cui sono costretti i nostri sanitari».

Molto più duro il commento dell’ex consigliere regionale e coordinatore regionale di Italexit, Mario Conca. «La direzione sanitaria del Giannuzzi e quelle di tutti gli altri ospedali – dice – non avrebbe dovuto sottoporre i suoi operatori a tale stress visto che i reparti sono sotto organico, ma purtroppo sono prone alle direzioni generali al servizio della politica clientelare regionale».

Per questa mattina la direzione generale della Asl incontrerà i vertici sanitari del presidio manduriano per discutere la scottante situazione che rischia di esplodere da un momento all’altro. L’incontro era stato già convocato ma la tragedia di ieri sarà come benzina sul fuoco negli animi esasperati dei camici bianchi. Il pronto soccorso del Giannuzzi è attualmente affidato a cinque medici che oltre a dover rinunciare alle ferie non riescono a coprire tutti i turni. Attualmente l’emergenza riguarda anche gli infermieri e gli operatori socio sanitari decimati da un focolaio di Covid che ha colpito contemporaneamente sette unità. Oltre alle urgenze, il personale del pronto soccorso gestisce anche un reparto Covid con sette posti costantemente occupati.

N.Din.

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