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IL PRIMARIO DI ANESTESIA DELL’ OSPEDALE DI FRANCAVILLA F., IN SPIAGGIA, SALVA UN UOMO DA MORTE SICURA

IL PRIMARIO DI ANESTESIA DELL’ OSPEDALE DI FRANCAVILLA F., IN SPIAGGIA, SALVA UN UOMO DA MORTE SICURA
Fonte: brindisioggi.it
BRINDISI – Era stato colto da un infarto mentre faceva il bagno e aveva ingerito tanta acqua, un uomo di 70 anni è stato salvato in spiaggia grazie all’intervento dei soccorritori e del primario del reparto di Anestesia dell’ospedale di Francavilla Fontana Pietro Fedele che si trovava lì per caso con la sua famiglia. Era il pomeriggio del 30 luglio e il medico aveva smontato dal turno di mattina e doveva fare anche quello di notte. Era andato in spiaggia a Pantanagianni per fare un bagno visto la giornata caldissima. Era appena arrivato quando ha visto un capannello di persone, si è avvicinato e c’era un soccorritore del posto che stava praticando un massaggio cardiaco ad un uomo che era in arresto cardiorespiratorio. La situazione era davvero grave, l’uomo aveva ingerito tanta acqua, era ormai incosciente e la sua situazione era critica. Il medico è intervenuto ed ha guidato i soccorritori, è stato praticato un massaggio cardiaco per quasi un’ora, senza fermarsi mai. Nel frattempo è arrivata l’ambulanza e il paziente è stato portato all’interno, e qui che il dottor Fedele lo ha intubato. Non è stato possibile portarlo subito in ospedale perché era ancora in arresto cardiorespiratorio ed era in corso il massaggio cardiaco. Il medico, insieme ad un altro cardiologo che si trovava in spiaggia, hanno fatto tutto il possibile per salvarlo, compreso i soccorritori del 118. Ad un certo punto l’uomo ha iniziato a rispondere agli stimoli e i valori si sono stabilizzati, solo allora il medico del 118 lo ha potuto portare all’ospedale Perrino di Brindisi. Il 70enne è stato ricoverato ed ora è in attesa di un intervento. È stato davvero un miracolo – spiega Fedele – non mi era mai capitato di fare un massaggio cardiaco in costume. Sono stati bravi tutti i soccorritori. Siamo stati in ambulanza per oltre un’ora. È stata un’emozione molte forte quando abbiamo visto il paziente che iniziava a rispondere ai comandi perchè la situazione era davvero grave”.

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