Il vino danneggia il cervello: è polemica. Il consorzio di Manduria: «No a terrorismo e disinformazione»
Il vino danneggia il cervello: è polemica. Il consorzio di Manduria: «No a terrorismo e disinformazione»
Dalla Gazzetta del mezzogiorno del 23 gen.
«Terrorismo e disinformazione». Così commenta l’avvocato Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria in ordine all’intervento che Antonella Viola, biologa, ricercatrice e docente all’Università di Padova, ha rilasciato, in cui ha appoggiato la scelta dell’Irlanda, approvata dalla Commissione europea, di equiparare alcol e sigarette e di inserire nell’etichetta degli alcolici gli avvertimenti sui danni alla salute. La Viola ha poi anche affermato che bere un paio di bicchieri fa rimpicciolire il cervello. A farle eco l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla sanità della Regione Puglia e tutt’ora consigliere regionale con Emiliano. “Dichiarazione gravissime che potrebbe avere ripercussioni sostanziali per l’intero comparto economico vitivinicolo nazionale ed internazionale», afferma Novella Pastorelli. Parole condivise anche da Damiano Reale, presidente del Consorzio del Salice Salentino doc, da Angelo Maci, presidente del Consorzio di Brindisi e Squinzano, da Francesco Liantonio, presidente del Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte e di Massimo Tripaldi, presidente di Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria. Persino l’infettivologo Matteo Bassetti, a qualche ora di distanza dalle dichiarazioni di Viola, ha replicato contro la collega incauta.
«A nome di tutta la filiera dei vini di qualità ed in particolare delle Denominazioni e dei Consorzi di tutela della Puglia affermo indiscutibilmente che non è il vino a far male ma l’abuso. – continua Pastorelli – Pertanto tutti coloro che condividono dichiarazioni di tale gravità, devono assumersene le responsabilità del disastro economico che possono provocare con le loro parole sia alla loro nazione che alle singole filiere di produzione, da quella centrale dei viticoltori che sono il cuore pulsante dell’agricoltura a quella dei trasformatori e non per ultima degli imbottigliatori. Ho la spiacevole sensazione che affievolite le luci sulla pandemia qualcuno debba cercare – aggiunge – il modo di rimanere sotto i riflettori e per tale ragione occorre sposare altre tesi visto che quelli della pandemia sono ormai quasi concluse».
«In Italia e soprattutto in Puglia il vino non è una bevanda, è molto di più – conclude Pastorelli – E’ cultura, è racconto dei territori, è parte di una tradizione secolare oltre che una componente della Dieta Mediterranea, una dieta sana ed equilibrata e che è anche patrimonio immateriale dell’umanità; dunque il vino non può essere criminalizzato».