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LATIANO- Caos intorno a uno stallo disabili: condannati tre vigili urbani

LATIANO- Caos intorno a uno stallo disabili: condannati tre vigili urbani
Il posto era stato occupato arbitrariamente da una vicina del legittimo titolare. Mancato intervento della polizia locale e carte false per la revoca della concessione
– Uno stallo per disabili al centro di carte false, il legittimo titolare della concessione che se la vede revocare e una vicina che lo vuole. Il comportamento tenuto dai vigili urbani durante quella occasione è stato sanzionato mercoledì 9 giugno scorso con una sentenza di primo grado, con la condanna di tre agenti della polizia municipale di Latiano. Il fatto è intricato, ingarbugliato. Il Tribunale di Brindisi si era già espresso, nel giugno 2019, con la condanna (rito abbreviato) dell’allora comandante della Municipale di Latiano Vitamaria Pepe a dieci mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) per falsità ideologica e materiale aggravate in concorso commesse dal pubblico ufficiale, oltre che pagamento delle spese processuali. Pepe ha presentato appello. Adesso arrivano le tre condanne, rito ordinario, per tre agenti. Sono Vincenzo Ruggiero, Cosimo Librale e Cosimo Madaghiele. Assolto, invece, il dipendente comunale Flavio Lecciso. Per i tre condannati il giudice Genantonio Chiarelli ha disposto un anno di reclusione. Cosimo Mosca, assistito dall’avvocato Antonio Sartorio (nella foto sotto), è la parte civile, figlio della titolare della concessione dello stallo per disabili.
Procedendo con ordine, per riordinare i fatti: è il 15 gennaio 2016, in via Balsamo, a Latiano. Cosimo Mosca trova lo stallo vicino casa occupato da un’autovettura. Sa che appartiene a una dirimpettaia. Decide di chiamare i vigili urbani. I quali, non intervengono con la sanzione. Mosca si rivolge quindi ai carabinieri, che redigono regolare verbale. Mosca però non è soddisfatto, decide di andare di persona al comando della polizia locale di Latiano per chiedere lumi, ma non ottiene soddisfazione dalla comandante Pepe, tutt’altro. C’è la minaccia della revoca dello stallo. Intanto, è la tesi dell’accusa, i vigili urbani si cautelano e preparano una relazione di servizio falsa, in cui dicono di essere sì intervenuti in via Balsamo, di aver sì constatato la presenza abusiva di un’altra autovettura, ma – si legge nella relazione di servizio – la dirimpettaia avrebbe asserito che l’occupazione era momentanea, per consentire la discesa del marito disabile. E di aver presentato regolare richiesta al Comune di Latiano per lo stallo disabili
Ma c’è di più, c’è la minaccia della revoca dello stallo ai danni della madre di Cosimo Mosca, minaccia che non si concretizzerà. Di nuovo i fatti: il 16 gennaio la dirimpettaia presenta richiesta per lo stallo. Ma la richiesta viene retrodatata di un giorno, al 15 gennaio 2016, poco prima della contravvenzione e dell’intervento dei carabinieri. Non finisce qui: Mosca si vede revocare lo stallo dedicato alla madre. Il 18 gennaio un agente notifica alla madre di Mosca una comunicazione relativa “all’avvio del procedimento di revoca dell’ordinanza dirigenziale per la concessione dello stallo di sosta riservato ai disabili per il venir meno delle condizioni essenziali…”. Il motivo? La donna sarebbe stata ospitata in pianta stabile dal 4 settembre 2015 presso una struttura. La revoca non va in porto perché Mosca e l’avvocato Sartorio non ci stanno, affermano che non è così si rivolgono ai carabinieri, che avviano le indagini.
E ancora: il 22 gennaio 2016, sarebbe la comandante Vitamaria Pepe a presentare un ricorso (firmato dalla dirimpettaia multata dai carabinieri) contro il verbale del 15 gennaio. Si legge nel ricorso che “il marito della ricorrente è titolare del contrassegno invalido rilasciato dalla polizia municipale di Latiano in data 15 gennaio 2016 (la stessa della multa, ndr) e che esso era regolarmente esposto sul parabrezza della vettura”. Quindi i militari non avrebbero visto il contrassegno. Per la Procura non è andata così: il contrassegno non poteva esserci. Adesso arriva la condanna (oltre al pagamento delle spese processuali) per i tre agenti della polizia locale di Latiano, dopo la condanna di due anni fa dell’allora comandante.

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