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“LE SCUSE DI DI MAIO NON COSTANO NULLA: È LÌ PER AVER DISTRUTTO LA VITA DELLE PERSONE”

“LE SCUSE DI DI MAIO NON COSTANO NULLA: È LÌ PER AVER DISTRUTTO LA VITA DELLE PERSONE”

Fonte: lanazione.it

Roma, 28 maggio 2021 – Oggi sono arrivate le scuse di Luigi Di Maio dopo la campagna infamante dei Cinque stelle contro Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi, assolto dopo cinque anni di gogna giudiziaria. Di Maio in una lettera al Foglio dice che le campagne social, i sit-in di piazza le insinuazioni, sono stati “profondamente sbagliati”.

Basta così? “Ma per nulla”, osserva Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale della Puglia (Pd): “Se l’atto per cui si chiede scusa è un atto violento nei confronti di un essere umano e che – insieme a tanti altri – ti ha portato ad avere una carriera politica, è di tutta evidenza che, siccome la vita umana è irripetibile, le scuse che non costano nulla non valgono nulla.

I Cinque stelle hanno distrutto tante persone per arrivare dove sono. Di Maio compreso, che è diventato parlamentare e ora ministro degli Esteri. Le scuse vere si avrebbero con la rinuncia al frutto di tanta distruzione degli altri, dimettendosi da ministro”. Invece, dice Fabiano Amati, “queste non sono scuse, è solo riposizionamento politico dentro il gran gioco della politica, quello che non tiene conto della vita umana e del dolore della condizione umana. Le scuse che non costano nulla sono peggio dell’atto che ha inflitto la sofferenza. È indicativa la storia di due professori austriaci, Terzaghi e Fillunger, il primo coniò la teoria della consolidazione, l’altro gliela contestò con toni che poi un consiglio disciplinare giudicò sbagliati. Fillunger chiese scusa suicidandosi aprendo il gas. Nel biglietto d’addio scrisse che era stata la cecità a farlo perdere e che i pesanti attacchi contro le persone richiedevano una pena che solo lui poteva darsi. Peraltro quella di Fillunger è pure una bellissima storia d’amore, perché la moglie lo seguì suicidandosi con lui e per salvare l’onore di entrambi. Ora io naturalmente non chiedo che Di Maio apra il gas e si suicidi, però che quantomeno non ci somministri lettere-sonnifero e rimettano qualche posizione, frutto della distruzione umana che hanno prodotto”

Tra l’altro, dice Amati, “nella nostra cultura giudaico cristiana il pentimento deve essere accompagnato da gesti concreti di contrizione e penitenza. Un pentimento è tale se rinunci a qualcosa, al peccato o al frutto del peccato. Anche se mi rendo conto che la parola cultura non ha molto a che spartire con i Cinque stelle”.

L’ex ministro Danilo Toninelli invece ancora “leggere le carte”, ma quello, dice Amati, “è un problema che attiene alla capacità politica di intendere e di volere. Quindi è un caso a parte; lì dobbiamo chiedere scusa noi se lo sfottiamo un po’ troppo. Però Di Maio non mi sembra affetto dalla stessa patologia. Voglio dire, se uno va a fare una rapina e poi viene beccato, deve almeno restituire il malloppo. Lui e i Cinque stelle hanno rapinato il voto delle persone, eccitando gli istinti più irrazionali.

Hanno turlupinato le persone e in virtù di questo hanno ottenuto come bottino il governo e ministeri importanti. Di Maio nello specifico il ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico, adesso quello degli Esteri”. Le scuse però, dice Amati, “non sono un fatto meramente linguistico, espressivo, devono essere corredate dalla restituzione di ciò che quella aggressione ti ha comportato. Qualcuno dirà: ma anche altri illudono le persone nelle campagne elettorali. Ma non confondiamo la propaganda con la distruzione della vita umana.

Dire che stanno creati un milione di posti di lavoro e poi non farlo è un problema di chi ci crede o ci ha creduto. Qui è stata fatta una campagna fondata sull’onore e la reputazione degli degli altri, cioè la dimensione più originale, dicendo appunto che tutti erano ladri, farabutti, delinquenti. Di Maio non ha giocato con l’illusione di una ordinaria promessa elettorale, ma ha usato la vita degli altri. Voltaire insegnava che il diritto penale distrugge gli uomini al di là della sentenza. Il fatto di incrociare il diritto penale ti ha già distrutto e nessuno ha il diritto di distruggere la vita degli altri”.

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