Menù principale

Omicidio Stasi, trascorso quasi un mese. Indagini ancora in corso tra ipotesi e suggestioni: spuntano minacce, pista sentimentale e un commento social

Omicidio Stasi, trascorso quasi un mese. Indagini ancora in corso tra ipotesi e suggestioni: spuntano minacce, pista sentimentale e un commento social
Fonte: Lo Strillone
Non è ancora stato ufficialmente risolto l’omicidio del 19enne Paolo Stasi, freddato con due colpi di pistola dal piccolo calibro intorno alle 18 del 9 novembre scorso proprio sotto casa sua in via Occhibianchi a Francavilla Fontana. L’indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Brindisi – Nucleo investigativo e della Compagnia di Francavilla Fontana, coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza della Procura di Brindisi, comunque, prosegue.
Nei giorni scorsi due giovani di 17 e 19 anni sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di aver commesso un omicidio aggravato dai futili motivi e soprattutto dalla premeditazione. Coinvolta, quindi, anche la Procura presso il Tribunale per i Minori di Lecce. Le bocche di investigatori e inquirenti restano cucite, ma qualcosa si sospetta e probabilmente emerge dall’esterno.
Paolo, quel giorno, sarebbe incappato in una sorta di trappola: forse si aspettava di ritrovarsi sull’uscio un amico e invece si è ritrovato il suo esecutore, che ha sparato dall’alto verso il basso e non gli ha lasciato scampo. Non è chiaro se con lui vi fosse anche il fantomatico amico che probabilmente aspettava o se il fantomatico amico non c’entri assolutamente.
Stando ad alcune testimonianze raccolte sul posto dai colleghi di “Ore 14” in onda su Rai2, la potenziale pista giusta sarebbe quella sentimentale: questioni di gelosia, precedute da qualche minaccia verbale, di poco precedente il delitto, del tipo “Vedi che ti ho avvisato, stai attento a quello che fai”.
Inoltre, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, sarebbe al vaglio il commento lasciato, una decina di giorni fa, da uno stretto congiunto di Paolo sotto una foto facebook di un coetaneo del 19enne dove ha scritto: “Hey feccia umana”. La domanda è: perché, dopo la morte di Paolo, esporsi a quel modo? Una domanda alla quale, tra le altre, si starebbe cercando risposta.
Paolo non era un amante dei social, a differenza di quelli della sua stessa età, aveva solo un profilo Instagram che peraltro non usava da tre anni.
La questione era e rimane complessa e a oggi non esistono ancora certezze assolute o perlomeno ufficiale su ciò che è accaduto quel giorno e sul perché sia accaduto.

Loading