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SABRINA MISSERI E LE SPERANZE DI LASCIARE IL CARCERE

SABRINA MISSERI E LE SPERANZE DI LASCIARE IL CARCERE

In attesa della Corte europea dei diritti dell’uomo
Fonte: La Voce di Manduria

L’esito del processo d’appello che cancella le condanne e quindi molte delle accuse nei confronti dei presunti depistatori della difficile inchiesta sulla morte di Sarah Scazzi, sarà oro colato per la difesa delle due assassine, Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Le due donne hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo chiedendo la revisione della condanna all’ergastolo che stanno scontando nel carcere di Taranto.

L’assoluzione di ieri di alcuni imputati di rilievo che erano stati condannati in primo grado con l’accusa di aver raccontato il falso per coprire responsabilità a carico delle due donne, potrebbe avere un peso significativo nelle memorie difensive che gli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia saranno pronti a depositare all’organo giurisdizionale internazionale quando li convocherà per trattare il delicato caso. Quanto tempo si dovrà aspettare è ancora una scommessa. L’ammissibilità del ricorso (procedura per niente scontata), risale a settembre del 2018 e considerati i tempi medi di attesa per cause di questo genere, tutti che si aggirano intorno ai tre anni, la chiamata da Strasburgo potrebbe arrivare da un momento all’altro.

Nel frattempo mamma e figlia attendono pazientemente quel giorno rendendosi utili nella sartoria del penitenziario tarantino. Le detenute modello, così vengono definite, cuciono abiti e biancheria per il consumo interno e, in questo periodo pandemico anche mascherine. Sabrina si presta anche a fare acconciature alle detenute avendo preso l’abilitazione professionale durante la detenzione.

L’ergastolo non ostativo che devono scontare e il tempo già trascorso in carcere, consente di sperare in qualche uscita premio che nessuno delle due ha ancora chiesto. Potrebbero farlo, come prevede l’ordinamento, per quindici giorni di seguito, ripetuti sino a tre volte in un anno, ma, in accordo con i propri legali di fiducia, nessuna ha mai tentato di ottenerle il premio che spetta al loro status di «condannate che hanno tenuto regolare condotta e che non risultano socialmente pericolose» che hanno già scontato dieci ani di pena.

Meglio aspettare il miracolo da Strasburgo e se sarà negativo anche quello, come lo sono stati i tre gradi di giudizio, allora non resterà che affidarsi al calendario. E contare i giorni che mancano al fine pena. Trascorsi 26 anni di prigionia, Sabrina e Cosima avranno diritto alla libertà condizionata che sarà sempre oggetto di un giudizio. Se si sottraggono poi gli sconti di pena previsti per la buona condotta, pari a 45 giorni ogni sei mesi di chiusura, i 26 anni necessari per lasciare il carcere diventano 21. Facendo così i conti, Sabrina che quando è stata arrestata aveva 22 anni, quando ne avrà 43 potrà tornare nella sua Avetrana o dove vorrà fissare il luogo della sua libertà condizionale. Sua madre Cosima che di anni attualmente ne ha 66 ed è stata arrestata dopo la figlia, dovrà attendere sei mesi in più dietro le sbarre che si aprirebbero nel 2032 quando di anni ne avrà 78. Ma non saranno ancora libere. Dopo aver ottenuto la libertà condizionale, recita la normativa, seguiranno cinque anni di libertà vigilata che prevedono obblighi e prescrizioni da rispettare. Se al termine di questo periodo di prova le due donne riusciranno a dimostrare che il loro ravvedimento è reale, allora la pena sarà scontata in modo definitivo e torneranno ad essere cittadine libere.

N.Din.

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