Un’infermiera di 43 anni illude paziente di essersi innamorata e gli spilla 20mila euro: indagata
Un’infermiera di 43 anni illude paziente di essersi innamorata e gli spilla 20mila euro: indagata
Fonte Corriere Salentino
Avvicina un anziano paziente in corsia. Ne acquista la fiducia e poi gli fa credere di essersi innamorata. Nel frattempo gli spilla soldi su soldi (per complessivi 20mila euro) illudendo l’uomo di essersi innamorata di lui. Un’infermiera di 43 anni, residente a San Donato e in servizio presso l’ospedale di Lecce, è finita sotto inchiesta con l’accusa di truffa aggravata. Per le indagini avrebbe raggirato un paziente 74enne ricoverato a febbraio del 2020 all’interno del nosocomio salentino dove l’infermiera avrebbe iniziato ad avvicinarsi all’anziano illudendolo di aver perso la testa per lui.
Lo stratagemma utilizzato sarebbe stato ben congegnato. La donna si sarebbe presentata sotto false generalità. Si chiamava Maria Longo, diceva in ospedale, anche se il suo vero nome era un altro. E tra un cambio flebo, un prelievo e un elettrocardiogramma avrebbe approcciato con l’uomo. “Mi servono 200 euro per fare una visita a pagamento a mia figlia” disse l’infermiera all’anziano mentre questi si trovava sul balcone del reparto a fumare una sigaretta. E il paziente, originario di Galatina, si adoperò quel giorno stesso per reperire i soldi prelevandoli direttamente da uno sportello bancomat.
Una volta dimesso, i contatti con l’infermiera sarebbero proseguiti e in uno degli incontri nell’abitazione dell’anziano, la donna gli avrebbe rilasciato una falsa cambiale con sottoscrizione apocrifa e solo apparentemente datata 27 maggio 2020 per 1000 euro pari alla prima dazione di denaro in contanti. Soldi su soldi accampando le richieste a presunte difficoltà economiche per problemi di salute suoi e dei familiari e alla separazione in corso. E per vincere le resistenze dell’anziano gli diceva ripetutamente di essere innamorata con continue chiamate telefoniche e messaggi via WhatsApp.
Con la denuncia della persona offesa presso la stazione dei carabinieri di Galatina sono scattate le indagini. E dopo un’iniziale richiesta di archiviazione il gip ha riaperto il caso sulla scorta delle memorie difensive depositate dall’avvocato Roberto Stanislao disponendo l’imputazione coatta della donna che, a febbraio, dovrà presentarsi in Tribunale per l’udienza preliminare (anticamera di un possibile rinvio a giudizio). L’imputata era assistita dall’avvocato Fabrizio Mangia.