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La festa della Candelora : dall’antica Roma al Cristianesimo, fino alla tradizione popolare

La festa della Candelora : dall’antica Roma al Cristianesimo, fino alla tradizione popolare
Fonte : La Nazione
Dall’antica Roma al Cristianesimo, fino alla tradizione popolare. È antica la tradizione della ‘Candelora’, e passa attraverso generazioni e tradizioni diverse. Oggi, più comunemente, viene associata ad un detto, declinato in tutti i dialetti, ma associato allo stesso significato: “Quando vien la Candelòra dell’inverno semo fora, ma se piove o tira vento, dell’inverno siamo dentro”. Un proverbio che ha mille varianti regionali e non solo, più o meno con lo stesso significato: se c’è il sole, l’inverno avrà vita breve. Ma ci sono anche tradizioni che sostengono l’esatto contrario, e cioè che il brutto tempo a Candelora sia segno di una primavera imminente.
Dunque, il 2 febbraio, che segue i cosiddetti ‘giorni della merla’, considerati i più freddi dell’anno, sempre secondo la tradizione, sarebbe un giorno premonitore della bella stagione del tempo che ci aspetta. Al di là delle leggende, in questo giorno, la Chiesa cattolica celebra la presentazione di Gesù al Tempio 40 giorni dopo la sua nascita. I Vangeli parlano del pio e vecchio Simeone, che attese per tutta la vita il Messia e non sarebbe morto prima di vederlo. Mosso dallo Spirito Santo, quel giorno si recò al Tempio, vide Gesù e disse: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto la tua salvezza, luce per illuminare le genti”. Simeone si accorge che è lui la luce della rivelazione, e benedice le candele, simbolo di Cristo che illumina le genti: da qui l’origine del nome Candelora, che deriva da ‘candelorum’. In questa speciale occasione vengono perciò benedette le candele, ed è anche la giornata mondiale della vita consacrata.
In realtà questa festa, poi assorbita dal Cristianesimo, veniva già celebrata nell’antica Roma e in varie parti d’Europa. Nella tradizione precristiana, per i celti era la festa di Imbolc, che segnava il risveglio della luce dopo il massimo momento di buio. Per gli antichi romani questa era la festa di Giunone, e i primi giorni di ogni mese erano chiamati ‘calende’ e proprio da ciò deriva il termine calendario. La festività cristiana viene perciò istituita in coincidenza con questa festività pagana non a caso, proprio per sostituirsi ad essa.

Il due febbraio si trova a metà tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, e a questo giorno che segna secondo alcune credenze il passaggio dall’inverno alla primavera, sono legati riti e simbolismi. Sono anche detti i ‘giorni dell’orso’ perché se il tempo è buono, l’animale uscirebbe dalla tana dopo il freddo e il gelo dell’inverno. E infatti in alcune parti del mondo e in alcune regioni, tra cui la Puglia, un uomo vestito da orso per Carnevale gira per le strade ballando e saltando. Il 2 febbraio in America si celebra poi il giorno della marmotta, ma anche nella tradizione americana compare il riferimento alla luce e al bel tempo. Infatti la marmotta si affaccerebbe dalla tana, scruterebbe il cielo: se è soleggiato vede la sua ombra e rientra, perché l’inverno durerà altre sei settimane, altrimenti durerà ancora per poco. La tradizione di seguire la marmotta, esperta di previsioni del tempo, di nome Phil, è stata resa celebre in tutto il mondo dal film ‘Ricomincio da capo’ del 1993, in cui il personaggio interpretato da Bill Murray, un giornalista televisivo che voleva raccontare le imprese dell’animale meteorologo, per riprenderla si trova a rivivere sempre lo stesso giorno: un due febbraio ripetuto all’infinito.

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