Maristella Primo: dopo più di un mese dalla sua dipartita gli amici la ricordano…

Cara Maristella, Ti abbiamo conosciuta nel 1991, quando nel tuo cuore è germogliato il seme dell’Ideale. Eravamo ad un campo scuola a Maruggio, e lì siamo stati folgorati dalla potenza di Gesù Crocifisso e Abbandonato e dall’amore tra i fratelli, che ci hanno permesso di vivere esperienze molto profonde.

La tua solarità e allegria hanno coinvolto tutti da subito, ed hai continuato a portare luce ovunque andassi. Dopo questo battesimo spirituale, hai partecipato con entusiasmo a tutti gli incontri, senza perderne nemmeno uno. Poi, in pochi anni, le nostre strade si sono separate: sei partita a Rho, e noi, per salutarti, abbiamo organizzato una festa a Maria Speranza, con la promessa di non perderci! E così è stato: sei stata di parola! Ci aggiornavi tramite lettere sulla tua nuova vita lavorativa e sulle tante esperienze che facevi con i tuoi ammalati. Ci raccontavi dei tuoi raduni perché la tua vita interiore crescesse sempre di più.
Dopo qualche tempo, ti sei trasferita a Bari, dove hai lavorato presso il centro trapianti. Sei stata, umanamente e professionalmente, un’infermiera esemplare. La prova di ciò è stato il modo in cui, in questo ultimo periodomedici, infermieri, ausiliari e il personale tutto ti sono stati vicini con coccole e premure.
Volontaria di Dio, umile e profonda, sei stata gioiosa e sorridente; la tua gioia nasceva dalla semplicità con cui hai sempre guardato il mondo intorno a te.
Nonostante vivessi situazioni drammatiche hai avuto la capacità di guardare oltre. Hai avuto sempre piena e cieca fiducia in chi condivideva con te il cammino spirituale che avevi intrapreso, sulle orme di Chiara Lubich, mettendo sempre Dio al primo posto, era il tuo rifugio, il tuo paracadute: da lì ripartivi con nuovo slancio e coraggio. Hai sempre messo a nudo la tua anima, raccontando con spontaneità i pensieri più profondi, non senza sforzo o pudore, e senza nascondere i tuoi limiti e le tue difficoltà, sempre generosa nel donare te stessa e soprattutto i tuoi beni.
Tutto hai ricondotto al grido di Gesù sulla Croce: “Mio Dio, mio Dio, perchè mi hai abbandonato?” Hai scelto di vivere come Lui, a volte non comprendendo quel grido, ma continuamente abbracciando quella croce! Ti piaceva fermare e ricordare ogni momento gioioso vissuto insieme, magari con una foto, proprio per “lasciare il segno”. Hai amato i tuoi figli più di te stessa, per loro hai continuamente cercato il meglio anche se per te questo ha significato percorrere strade tortuose e in salita. La tua amata casetta in campagna, curata con tanto amore, è stato il tuo luogo del cuore, lì tutti i tuoi sacrifici. Desiderosa di condividere con gioia e generosità i frutti del giardino e dell’orticello. Quando ci haicomunicato la grande prova che ti aspettava, ci siamo uniti tutti in preghiera, per te e per tutta la tua famiglia. Grazie, Maristella, per come hai affrontato questo momento di sofferenza, per il tuo amorea Gesù. Il tuo vestito, in questa malattia, è stato la sfinitezza ma anche la trasparenza. Sei stata portatrice di una LUCE particolare.
Ora la casa l’hai trovata, Mari. Sei in quella CASA dove tutti arriveremo e ti troveremo lì ad accoglierci con il tuo straordinario sorriso.
Hai chiesto l’Eucarestia ogni giorno, un momento unico e speciale con il quale ci hai dimostrato concretamente che Sei tu, Signore, l’unico vero bene.
Veglia sulla tua famiglia e su di noi. Rimarrai per sempre nei nostri cuori.
Grazie di tutto e per sempre.