LA SOLITUDINE di Errico Bello
LA SOLITUDINE di Errico Bello
Seduto sulla sedia dondolante,
non vedo nessuno che mi passa davanti.
Sto solo con i miei pensieri,
se penso alla vita che ho trascorso ieri.
Da quella vita sono assente,
ne voglio parlare di questa solitudine che è presente.
Affacciandomi alla finestra,
vedo il mondo tutto in festa.
Comincio a fare il singhiozzo,
e dico solo io sto in lutto.
Guardo il sole che sta sulla via,
gli dico solo tu mi fai compagnia.
Ci penso tutto il giorno,
aspetto all’indomani il suo ritorno.
Passando ogni giornata così dura,
la sera resto solo dentro quattro mura.
Prima di chiudere la porta mi rivolgo alla luna,
le dico dov’è andata a finire la mia fortuna.
Vedo le stelle così brillanti,
e c’è ne qualcuna più elegante.
Ne vedo una più luminosa,
che mi guarda fissa e affettuosa.
Vedo gli occhi che su di me posa,
sembra che mi vuol dire qualcosa.
Pensando alla vita che ho attraversato,
adesso mi vedo solo e abbandonato.
Mi sento così vile,
come un cane legato al canile.
Vado a letto per riposare,
tutti quei pensieri mi devono passare.
La mattina mi sveglio mi metto a pensare,
un’altra giornata di solitudine devo attraversare.
Signore mio dov’è che ho peccato,
per farmi stare solo e abbandonato.
Aspettando quei raggi di sole,
i miei compagni d’ amore.
Cerco di mettermi in piedi,
guardo intorno nessuno si vede.
Scendendo pian piano dal letto,
mi avvio verso il rubinetto.
Lavandomi quel poco del viso che mi è rimasto,
mi dico non solo sono vecchio sono pure guasto.
Signore mio ci vedo poco quasi non sento,
fammi cambiare argomento.
Non voglio stare più solo a soffrire,
ti cerco una grazia .. fammi morire.
Se ti è simpatico il mio viso,
portami con te in Paradiso.
Errico Bello