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CANTERANNO ANCORA GLI ANGELI?

a cura di Mons. Lucio Renna

Gli angeli canteranno ancora “Gloria a Dio… è nato il vostro Salvatore”? E dove questo accadrà, in tempo di carestie di ogni genere? Soprattutto di carestia d’amore. Canteranno gli angeli sul “Mare nostrum” mentre gommoni tenteranno la tragica traversata dalla Libia verso coste non sempre ospitali? Canteranno l’evento nel cielo della Siria, di Gerusalemme, del Medio ed Estremo Oriente, del Sud-America, della nostra stessa Europa, i cui governanti sembrano giocare sul pianto di disoccupati o sul sangue didonne – fanciulli – anziani, che non riescono a trovare chi seriamente e sistematicamente li/le difenda e restano vittime di corrotti, di violenti, di egoisti, di usurai? Canteranno la “buona e bella notizia” su tuguri screpolati o su abitanti, uomini e donne, che fissano dimora sotto i ponti di città distratte, che potrebbero e non aiutano, ma offrono possibilità a coloro che già tante ne hanno sciupate nell’ingordigia dei favoriti. Nonimporta se costoro sono campioni di immoralità (tanto impera oggi il relativismo), di delinquenza micro e macro (organizzata o no). Canteranno ancora gli angeli dinanziall’indifferenza di governanti che, mentre difendono personalismi di ogni genere, blaterano, litigano, fingono di interessarsi del popolo che li ha scelti e concretamente li paga, con mensili, vitalizida capogiro? Costoro – i politici – non fanno che acciuffarsi… mentre poi si ritrovano uniti e concordi quando, per legge da loro emanata, aumentano il loro “stipendio” perché “hanno l’Italia sulle loro spalle”, come una volta ebbe a dichiarare qualcuno. Tra loro – grazie a Dio – non mancano persone valide e oneste… ma, con antico detto latino, potremmo esclamare che siano “rari nantes in gurgite vasto”. Canteranno gli angeli su “case di cura” per anziani abbandonati; su “case di accoglienza” di donne e bambini sottratti alla furia omicida di “mostri”?Canteranno su ospedali dove giacciono i lungodegenti a crogiolarsi nelle loro malattie (i tempi brevi sono a pagamento: purtroppo sono pochi coloro che se lo possono permettere)? Canteranno sulla nostra amata Chiesa, (o meglio, sulla Chiesa che siamo noi), dove si screditano i profeti (come Papa Francesco), e tanti miscredenti, con maschere o abiti di fedeli, ne picconano continuamente mura e basi? Canteranno ancora per tanti e tante che, dopo aver usufruito e sfruttato la Chiesa, sputanonel piatto dove hanno mangiato o, forse, continuano a mangiare? Canteranno ancora gli angeli sui cantieri industriali, dove piangono lacrime dignitosamente nascoste i candidati alla disoccupazione? Canteranno ancora gli angeli sui luoghi di malaffare dove vengono spente ogni giorno esistenze di uomini (sempre gli ultimi, i più piccoli del giro mafioso), e di donne usate e abusate da sporcaccioni compratori, non di amore, ma di sesso? Canteranno ancora gli angeli sulle Case di reclusione dove molti, colpevoli di misfatti alcuni e innocenti altri, “scontano la pena”? Canteranno ancora gli angeli su creature umane rese “invisibili” dal moloch di una cultura liquida e, perciò, senza cuore? Canteranno ancora? Sì, canteranno ancora la gloria e l’amore di Dio incarnato, Cristo Gesù, e la buona volontà di tante creature che – nonostante tutto il marasma che le circonda – continuano a rispettare la propria e altrui dignità umana, sociale e religiosa. E, mentre in molte case private e pubbliche sarà deposto (forse con interminabili diatribe relative all’inculturazione) il “Bambinello” nel presepe che si è riusciti a costruire (come raccomanda Papa Francesco nella lettera apostolica “Admirabilesignum”); non altrettanto accogliente sarà il cuore degli

improvvisati costruttori. Canteranno ancora gli angeli…mi e vi auguro di sentirne il canto di Buon Natale, che apre menti e cuori al mondo che urla, geme, langue e muore intorno a noi, mentre la minoranza dei favoriti finge commozione e si fa scappare qualche lacrima ipocrita dinanzi al piccolo Bambinello, che depone dentropresepi o sotto lussuosissimi e luminosi alberi natalizi?
Per tutti, in romanesco, il Festeggiato dice:
“Ve ringrazio de core, brava gente, pé ‘sti presepi che me preparate, ma che li fate a fa, si poi v’odiate, si de st’amore non capite gnente…?

Pést’amoresò nato e ce sò morto, da secoli lo spargo dalla croce, ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascorto.

La gente fa er presepe e nun me sente; cerca sempre de fallo più sfarzoso, però ciàer core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore er presepe più ricco e più costoso è cianfrusaja che nuncià valore.”

A buon intenditor…….

+ Lucio M. Renna Vescovo carmelitano

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