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Carciofo brindisino, allarme Coldiretti: «Prezzi in crollo verticale» Colpa della concorrenza esercitata da prodotti importati, ma di bassa qualità

La selvaggia invasione di prodotti provenienti dall’estero non si ferma neppure in tempi di Covid e a soffrirne di recente in maniera esponenziale è il carciofo brindisino, il cui prezzo è in crollo verticale.
L’allarme venne lanciato già alcune settimane fa dalla Coldiretti e, da allora, la situazione non solo non è cambiata, ma è via via in peggioramento, atteso che in questi giorni il prezzo è sceso addirittura a 15 centesimi a capolino (a fine 2020 era a 25, sino a qualche mese fa addirittura a 60 centesimi).

Colpa, dunque, della concorrenza esercitata da prodotti importati, ma di bassa qualità (almeno in confronto al carciofo brindisino, che si fregia della denominazione Igp, Indicazione geografica protetta). «Da Egitto, Marocco e Tunisia vengono immessi nel nostro mercato a prezzi bassi e qualità inadeguata – afferma al riguardo il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De MIccolis Angelini -. Continuando così le cose, non è un azzardo ipotizzare che i nostri imprenditori agricoli decidano di non raccoglierne più, ritenendo poco remunerativa l’attività cinaricola. Il comparto ha bisogno di una seria programmazione per uscire dal momento di difficoltà e contemporaneamente assicurare la possibilità ai consumatori di acquistare prodotto locale che, non essendo soggetto a lunghi tempi di trasporto, garantisce freschezza e genuinità uniche».
Il problema, dunque, va risolto a monte e, inevitabilmente parte un accorato appello: «Chiediamo alle forze dell’ordine, che in ogni caso ringraziamo per l’attività di vigilanza costante – aggiunge il presidente provinciale di Coldiretti -, di inasprire i controlli in questo momento di emergenza pandemica, perché è una situazione inaccettabile in uno scenario di crisi dove non si dovrebbe speculare sugli anelli più deboli della filiera, ovvero gli agricoltori e i consumatori».

 

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