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Cos’è l’equinozio di primavera – Primavera astronomica e meteorologica

Cos’è l’equinozio di primavera – Primavera astronomica e meteorologica
L’equinozio di primavera segna la fine dell’inverno e trova la sua origine nel latino aequinoctium, che a sua volta deriva dall’espressione aequa nox che letteralmente significa “notte uguale”. Il termine serve per esprimere il fatto che al verificarsi dell’equinozio la notte e il giorno hanno la stessa durata di 12 ore ciascuno (lo stesso vale per l’equinozio di autunno di fine settembre). Durante questo evento il circolo di illuminazione passa per i poli terrestri e la radiazione solare è perfettamente perpendicolare a equatore e asse terrestre. Il fenomeno però non si verifica ogni anno alla stessa ora e lo stesso giorno. Questo perché anche se utilizziamo il calendario gregoriano, secondo il quale un anno dura 365 giorni, in realtà bisogna tenere conto del moto di rivoluzione della Terra che dura 6 ore, 9 minuti e 10 secondi in più e che negli anni si accumulano sfalsando l’inizio di solstizi ed equinozi. È proprio per questa ragione che l’uomo ha deciso di introdurre gli anni bisestili, che si verificano ogni quattro anni, e che prevedono l’aggiunta del 29 febbraio.

Quando diciamo che il primo giorno di primavera è il 20 marzo, facciamo riferimento alla primavera astronomica che inizia appunto con l’equinozio. Diverse regole segue la primavera metereologica, che invece è iniziata il 1° marzo e finirà il 31 maggio (a differenza di quella astronomica che si concluderà il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate). È su questa che si basano i climatologi, in quanto tengono conto delle stagioni metereologiche – della durata di tre mesi – siccome più accurate per monitorare i cambiamenti periodici del clima ai fini della raccolta di dati statistici.

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