DONNA FINITA IN TERAPIA INTENSIVA E IN DIALISI DOPO AVER MANGIATO DEI FUNGHI VELENOSISSIMI. SALVA PER MIRACOLO
DONNA FINITA IN TERAPIA INTENSIVA E IN DIALISI DOPO AVER MANGIATO DEI FUNGHI VELENOSISSIMI. SALVA PER MIRACOLO
Fonte : Lavocedimanduria.It
«Ringrazio i medici e tutto il personale che mi hanno salvata, devo a loro la vita e soprattutto al dottor Leo Girardi che è stato al mio fianco nei momenti più critici». A parlare è la 53enne di Sava viva per miracolo dopo aver mangiato dei funghi velenosissimi raccolti in una pineta di Maruggio. Oltre a ringraziare chi l’ha strappata da sicura morte (le sue condizioni al momento del ricovero erano disperate), la donna che si trova ancora nel reparto di nefrologia dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria, lancia un appello alle autorità competenti: «il luogo dove abbiamo raccolto quei funghi – dice – è molto frequentato da famiglie che potrebbero commettere il mio stesso errore; per questo – prosegue la 53enne – invito chi di competenza ad esporre perlomeno cartelli che avvertano a non raccogliere funghi. Ci sono cascata io ed altri potrebbero commettere il mio stesso errore», dichiara la donna che spera di essere dimessa il prima possibile.
I funghi che potevano ucciderla sono conosciuti agli esperti con il nome di Amanita proxima, una specie velenosissima di colore bianco dagli effetti anche mortali, molto simile ad altri funghi commestibili. Sono stati raccolti nelle campagne maruggese in contrada «Maviglia».
Gli stessi funghi, ma in quantità ridotte, sono stati mangiati anche dai suoi familiari che per fortuna non hanno avuto conseguenze importanti. «È capitato a me – spiega la signora – perché sono molto magra ed anche perché ne ho mangiati tanti mentre i miei parenti, fortunatamente, li hanno solo assaggiati».
Il 17 novembre scorso i disturbi di avvelenamento sono iniziati quasi subito così la donna è stata accompagnata all’ospedale di Francavilla Fontana e da lì trasferita nel reparto nefrologico del Giannuzzi dove è stata sottoposta a dialisi e a terapia intensiva specifica per quel tipo di avvelenamento. «Pensavo che l’ospedale di Manduria l’avessero chiuso, ma ho scoperto che qui lavorano professionisti molto seri e preparati a cominciare dal dottor Girardi a cui devo la vita», conclude la donna.
N.Din.