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FORMICHE FUORI FORMICAIO

FORMICHE FUORI FORMICAIO

a cura di Mons. Lucio Renna

Un formicaio, vidi tempo fa, mentre un contadino vi calava un’asticella. Le formiche impazzirono e, confuse, scappavano di qua e là, per poi ritornare sui propri passi, fare una specie di girotondo, accavallarsi le une sulle altre, sciogliersi e di nuovo cercare riparo altrove. Non dimentico quella scena che vedo ripetersi per strada e per TV ogni momento in questi giorni neri di pandemia da Covid 19. Solo che , stavolta, non vedo formiche ma uomini, donne d’ogni età e d’ogni nazionalità. Il formicaio è il mondo e/o il paese in cui ciascuno di noi abita. Siamo smarriti, confusi, ansiosi, preoccupati e addolorati per quanto ci sta capitando. Come quelle formiche brancoliamo nel buio di una realtà nera, misteriosa chiamata “coronavirus”; ci affanniamo nelle discussioni sciocche rivestite di supponenza. Ripetiamo, come robot sintonizzati dai fabbricanti di illusioni, parole pseudo scientifiche; litighiamo su possibili e più fruttuose terapie; scioriniamo numeri. Questi, per molti, restano sempre tali perché non si vogliono render conto che dietro ogni numero c’è un volto, un nome e un cognome; una persona. I numeri ci vengono comunicati ogni momento dai socials, specialmente dalla TV, affollata da individui, finora sconosciuti, ed ora immancabilmente presenti sulla ribalta in veste di specialisti in medicina, in scienza, in politica, in sociologia, in roba del genere. Costoro, quando sono riuniti, parlano l’un sull’altro; ma separati, risultanoin contraddizione l’un con l’altro. Le eccezioni, rare comunque, ci sono! Mi chiedo: in questi frangenti, è proprio impossibile individuare e incaricare solo uno/a per ciascun settore suindicato, per comunicare ufficialmente al popolo notizie utili ed ufficiali. Quanti sipari mediatici si aprono continuativamente nell’arco di una giornata, e, noi popolo, incameriamo notizie contrastanti, venduteci come solutive ma che, in effetti, non fanno altro che accrescere la confusione e la paura. La conseguenza si coniuga in modalità diverse. C’è chi non dà ad esse alcun credito; chi le beve come verità assolute; chi tentenna; chi le subisce terrorizzato; chi le usa per ostentare conoscenza di casi e di persone. Insomma, una reazione, la nostra, paragonabile a quella di formiche disturbate dall’asticella infilata nel formicaio. La valanga aspra e contraddittoria di comunicazioni mediatiche la infilano i saccenti di turnonella nostra mente e genera confusione e paura nelle nostre supine intelligenze che, stordite dalla massa scomposta di suggestioni, riflessioni, opinioni, restano inebetite, stordite, schiaffeggiate… e reagiscono come possono. Come accennavo prima, in questo “ambaradan” ci sono personaggi seri e responsabili che fanno del loro meglio per alleviare l’asprezza e l’amarezza di plagi inutili, con informazioni serie, scientificamente corrette, utili a vivere l’attuale situazione con serietà di impegno e non con il panico dei bullizzati o la sconsideratezza dei disinvolti che agiscono esattamente al contrario di quanto vogliono le norme serie, tenuto conto del colore della zona in cui abitano. “Quid faciendum?” (Cosa fare?). non posso e non voglio aggiungere consigli ai tanti che già ci vengono da ogni parte. Sarebbe auspicabile, però, se si potesse incaricare, dai Responsabili nazionali, regionali, provinciali e comunali, una voce ufficiale per ambito medico, scientifico, sociologico, politico, ecc. Una voce per settore… che comunica,sintonizzandosi con le altre per risultare utile, sulla base di studio e di confronto serio.

 

+ Lucio M. Renna

Vescovo Carmelitano

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