GLI INTERVENTI E LE SCADENZE PER LA PULIZIA E MANUTENZIONE DELLA CALDAIA
GLI INTERVENTI E LE SCADENZE PER LA PULIZIA E MANUTENZIONE DELLA CALDAIA
Fonte: Pagine gialle CASA
La revisione della caldaia e il controllo fumi (bollino blu) sono obbligatori: vediamo in cosa
La manutenzione della caldaia è un’operazione obbligatoria, da effettuare secondo la periodicità indicata sul libretto tecnico che si riceve nel momento in cui viene installato l’impianto. La revisione della caldaia viene eseguita spesso insieme al bollino blu, ovvero il controllo dei fumi di scarico, con cadenza in base alla tipologia dell’impianto termico, ad eccezione delle caldaie con potenza inferiore a 10 kW.
Tuttavia, oltre alla manutenzione ordinaria, se la caldaia dà problemi bisogna chiamare un tecnico del riscaldamento o una ditta abilitata per un lavoro di manutenzione straordinaria. Per un intervento di manutenzione della caldaia a gas o della stufa a pellet, contatta i nostri professionisti e richiedi subito un preventivo gratuito e senza impegno!
Il costo della revisione della caldaia e del bollino blu
Come funziona la manutenzione ordinaria della caldaia
Manutenzione ordinaria della caldaia: ogni quanto?
Bollino blu della caldaia: come funziona e ogni quanto farlo
Il costo della revisione della caldaia e del bollino blu
Il costo della revisione della caldaia può variare da 60 a 80 euro circa e bisogna, ovviamente, rivolgersi a un tecnico abilitato. Si tratta di un professionista che può essere sia la persona che ha installato la caldaia, sia un tecnico specializzato addetto all’assistenza degli impianti termici e autorizzato ad effettuare il controllo della caldaia.
Nel caso in cui l’appartamento sia affittato, il costo della manutenzione ordinaria della caldaia spetta all’affittuario, mentre la spesa per eventuali interventi di manutenzione straordinaria e la sostituzione della caldaia spettano al proprietario dell’immobile. Il costo del bollino blu per il controllo dei fumi della caldaia, invece, può costare in genere intorno ai 100 euro circa.
Come funziona la manutenzione ordinaria della caldaia
La manutenzione ordinaria della caldaia consiste nel controllo delle parti dell’impianto più utilizzate e soggette a deterioramento, come la camera di combustione, la guarnizione di tenuta, i ventilatori e gli elettrodi. Inoltre viene effettuata la pulizia della caldaia, con il tecnico che provvede allo spurgo e alla rimozione di eventuali depositi e incrostazioni che possono compromettere il rendimento della caldaia.
È molto importante che la manutenzione della caldaia domestica venga realizzata periodicamente, secondo quanto previsto dal libretto e dalle normative di legge. Un malfunzionamento della caldaia, infatti, causa dispersioni dannose per l’ambiente e la nostra salute, oltre ad innalzare i costi della bolletta energetica in seguito alla perdita di efficienza dell’impianto.
Manutenzione ordinaria della caldaia: ogni quanto?
In merito alla revisione della caldaia, ogni quanto farla dipende dalle specifiche tecniche fornite dal fabbricante, il quale segnala la corretta periodicità degli interventi e indica ogni quanto va fatta la revisione dell’impianto. Altrimenti bisogna seguire le indicazioni fornite dall’installatore, il quale dopo il montaggio o la sostituzione della vecchia caldaia rilascia il libretto tecnico con tutte le informazioni in merito.
Sul libretto della caldaia bisogna annotare tutte le manutenzioni effettuate e quelle da realizzare, riportando la data prevista per il prossimo controllo della caldaia. Questo compito spetta al manutentore, il quale definisce la periodicità delle ispezioni da realizzare sull’impianto termico. In genere, la manutenzione ordinaria della caldaia può avvenire ogni 1 o 2 anni, in base al tipo di caldaia e al suo utilizzo.
Bollino blu della caldaia: come funziona e ogni quanto farlo
Per quanto riguarda il bollino blu della caldaia, ossia il controllo fumi di scarico dell’impianto termico, la legge è chiara e stabilisce tempi precisi: ogni 2 o 4 anni. La normativa non si limita solo a stabilire l’obbligatorietà, ma anche le cadenze dell’ispezione dei fumi in base al tipo di impianto, alla potenza e al combustibile usato:
per le caldaie con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, che funzionano con combustibile liquido o solido, i controlli vanno effettuati ogni 2 anni;
per le caldaie con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, che funzionano a gas, metano o GPL, i controlli vanno effettuati ogni 4 anni, motivo per cui la maggior parte degli impianti in Italia è proprio così;
per impianti termici con potenza superiore a 100 kW, che funzionano con combustibile liquido o solido, i controlli vanno effettuati una volta l’anno;
per le caldaie con potenza superiore a 100 kW, che funzionano a gas metano o GPL, i controlli vanno effettuati ogni 2 anni.
Il controllo fumi non è altro che un test che consente di verificare la regolazione del bruciatore. Con questo test si determinano i valori di tiraggio della caldaia e la temperatura dei fumi di combustione. Inoltre si misurano i valori delle emissioni inquinanti, verificando se rientrano nei parametri di sicurezza e di risparmio energetico previsti.
Ricadono nell’obbligo di verifica dei fumi tutti i tipi di riscaldamento separati da un sistema centrale, purché eroganti una potenza superiore ai 10 kW, comprese le stufe a pellet di comune uso domestico. Infine sono presenti delle eccezioni alle norme previste dal DPR 74/2013, le quali impongono una differente periodicità per la manutenzione e la verifica dei fumi della caldaia.
I termini possono variare per i controlli eseguiti ogni quattro anni, quando il produttore ha stabilito diversamente nelle specifiche tecniche, oppure è stato l’installatore o il tecnico specializzato chiamato per il controllo a indicarlo nel libretto;
I termini possono variare nel caso in cui la Regione o la Provincia Autonoma hanno emanato una normativa a riguardo. Molte Regioni impongono diverse modalità: in tal caso è bene rivolgersi allo Sportello Energia del proprio Comune per dissipare ogni dubbio.
È importante ricordare che le verifiche eseguite dagli ispettori della sicurezza sui sistemi di riscaldamento con caldaie o climatizzatori a pompa di calore non hanno un disciplinare unico. Le Province e i Comuni con più di 40.000 abitanti stabiliscono essi stessi la regolamentazione sui controlli ufficiali.