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Ira degli ambulanti non alimentari: “Potremmo riaprire in sicurezza, ma siamo discriminati”

Ira degli ambulanti non alimentari: “Potremmo riaprire in sicurezza, ma siamo discriminati”
Tommaso Attanasi (Fiva-Confcommercio) e Salvatore Martina (Casambulanti): “Chiediamo di essere ascoltati, con queste norme chiudiamo tutti”
Fonte: brindisireport.it
Emmanuele
Gli ambulanti di generi non alimentari sono scesi in piazza sabato scorso (3 aprile 2021) a Francavilla Fontana. La manifestazione organizzata da Fiva-Confcommercio e Casambulanti ha avuto un buon successo, gli organizzatori parlano di almeno 500 persone. E dicono che la categoria è esasperata dalle chiusure e “dalla discriminazione”. BrindisiReport ha raccolto le rimostranze di una categoria, rappresentata da Tommaso Attanasi (coordinatore provinciale della Fiva-Confcommercio della provincia di Brindisi) e da Salvatore Martina (Comitato autonomo Ambulanti di Francavilla Fontana).
Tommaso Attanasi (foto sopra) spiega che l’85-90 percento dell’ambulantato è attualmente fermo in quanto rappresentato dal settore non alimentare. “A seguito del dpcm del 2 marzo possono continuare solo gli ambulanti di prodotti alimentari, floro-vivaistici e agricoli. Nella manifestazione di sabato scorso, per il bene della categoria, abbiamo cercato di smuovere le acque, di dare un segnale in seguito all’ordinanza numero 88 del 26 marzo emanata dal presidente Emiliano, con la quale imponeva ulteriori restrizioni, discriminando di fatto solo il settore non alimentare su aree pubbliche”.
Sono previsti i ristori, ma sono richiesti requisiti ben precisi: superare il 30 percento della perdita rispetto all’anno precedente. “Ma parliamo di mille euro una tantum – spiega Attanasi – Noi abbiamo cercato di far sentire la nostra voce alle Istituzioni. E abbiamo cercato di far capire che c’è stata una discriminazione. Perché all’aperto chi vende, per esempio, prodotti per bambini non può lavorare? Mentre il dettagliante può lavorare. Questa è discriminazione, anche perché all’aria aperta un cittadino è più difficile che entri in contatto con il Covid. Esiste già un protocollo d’intesa sulla sicurezza, stilato da Regione Puglia, Anci e associazioni di categoria. Esiste già un piano per far ripartire il settore. E’ questo che diciamo a Emiliano. C’è uno spiraglio: c’è stato un incontro con il vice ministro allo Sviluppo economico. Si sta cercando un’intesa per le attività di commercio su aree pubbliche. Qualcosa si sta muovendo”.
Salvatore Martina (Casambulanti), nella foto sopra, è di Francavilla Fontana, un centro molto importante per il commercio su aree pubbliche. La manifestazione di sabato scorso si è svolta nella zona del mercato settimanale, in “Peschiera”. Martina è più scettico. Spiega che le battaglie di Casambulanti vanno avanti da circa tre anni, per contrastare la “direttiva Bolkestein”, che si occupa di concessioni. Spiega Martina: “Nella pandemia abbiamo capito che il settore degli ambulanti è sottovalutato, non è mai preso in considerazione. Siamo stati a casa. Non ci sono mai stati dati aiuti, al netto dei ristori. E’ di fatto un anno che siamo fermi, a singhiozzo. Ma non è una questione di soldi, noi non abbiamo mai chiesto soldi. Chiediamo di essere trattati come altre categorie. Alcuni Comuni, in zona gialla e arancione, non ci hanno fatto riaprire. Alberobello (nel Barese, ndr) è un esempio. Massafra (in provincia di Taranto, ndr) l’8 aprile 2021 ha previsto che i mercati non aprano fino a fine mese. Le associazioni rappresentative che siedono ai tavoli nazionali non ci hanno difeso. Non parlo di Fiva-Confcommercio, con cui siamo vicini. E’ dal 2016 che facciamo battaglie per questo settore, ma la pandemia ci sta mettendo in ginocchio. Abbiamo avuto promesse a livello politico, ma le promesse non bastano. Servono fatti. Ora che siamo in zona rossa per la nostra categoria è un disastro. E’ ora che la Regione Puglia prenda dei provvedimenti per noi. I mercati si possono controllare. L’anno scorso abbiamo aperto il mercato in sicurezza. Francavilla non ha mai chiuso il mercato. Altri Comuni non fanno altrettanto. La nostra rabbia – chiosa Martina – ha un solo motivo: non veniamo considerati. Io ho pagato Inps, acconto Iva, ma se stiamo chiusi, se non lavoriamo, come facciamo a incassare”?
Oggi, sabato 10 aprile, ci sarà un’altra manifestazione pacifica nel Leccese, a Galatone. Intanto mercoledì 7 aprile c’è stato un incontro in Regione tra Casambulanti, il presidente della Regione Michele Emiliano e l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci. Si è discusso di apertura dei mercati in sicurezza. Ma Martina e gli altri ambulanti più che incontri, vogliono vedere fatti.

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