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La nostra amata EUROPA a cura del Preside prof. Luigi Pranzo

La nostra amata EUROPA

a cura del Preside prof. Luigi Pranzo

L’Europa, ricordava nel 2009 Benedetto XVI°, avrebbe fallito nel suo progetto originale perché non ha un’anima; non perché non ne abbia una, ma perché, sosteneva, rifiuta quella che la storia le ha dato. Nascondendo, infatti, le sue radici cristiane si è pensato fosse più giusto fare prima l’Europa e successivamente confezionarle per via legislativa, economica e burocratica, un’anima nuova. Anche i totalitarismi sognavano di darle un’anima nuova; non ci riuscirono nel loro sogno né il comunismo né il razzismo. Oggi si vuol tentare qualcosa di analogo; creare “ l’homo novus europeus “ e per farlo pensano sia necessario sradicarlo da tutto: negare la sua identità, renderlo sempre più migrante, slegarlo dalla sua religione, dalla sua patria, dalla sua terra, dalla sua famiglia. Aveva ben ragione Zygmunt Bauman, filosofo polacco, deceduto nel 2017, poco prima di recarsi presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell”Università degli Studi di Lecce, per ricevere la laurea Honoris Causa, a definire la nostra società “ liquida “ perché tutto cambia rapidamente, comprese le relazioni sociali, per trasformarsi in prodotto usa e getta. Per tale ragione si fa di tutto affinché i suoi cittadini non si sentano più cristiani, non si sentano più italiani o francesi, africani o asiatici; né padri, né madri, meglio se genitori 1 e genitori 2; né maschi, né femmine, ma realtà ibride, gender fluid, e neppure appartenenti alla specie umana dal momento che uno dei dogmi dell’ecologismo pagano è la riduzione dell’uomo ad agente inquinante, ad un microbo che contamina la madre terra, come scriveva Hitler nelle sue “ Conversazioni “. Allora è chiaro il fine di chi pianifica con pervicacia il rimescolamento dei popoli; lo fa per rendere tutti smarriti, migranti, senza meta, salvo un atto di accoglienza praticato con malcelata furbizia. Si spiega bene, quindi, la dissoluzione del matrimonio cristiano fino a forme di apertura a ciò che era fino a ieri considerato contro natura, ma che oggi viene presentato dietro il nome di misericordia. E’ questo, purtroppo, il vero destino dell’Europa; questo è ciò che resta dopo il lavoro di decine e decine di generazioni. Mi sforzerò di dar ragione a coloro che hanno questa nuova visione dell’Europa, immaginando che i pensatori moderni, anche se nani, rispetto ai grandi pensatori del passato, possono superarli in virtù delle acquisizioni precedenti. “ …noi siamo come nani sulle spalle dei giganti, così possiamo vedere più cose di loro e più lontane” – Bernard de Chartres –

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