Menù principale

La pandemia che insegna (o dovrebbe)… una lezione che non si dimenticherà!

La pandemia che insegna (o dovrebbe)…
una lezione che non si dimenticherà!

A cura di Nicola Muscogiuri

Non è ancora tempo per poter dire di essere fuori dall’emergenza sanitaria determinata dal famigerato “coronavirus”, ma da più parti si cerca di capire come tutto ciò sia potuto accadere, anche per trarne la “giusta lezione”, affinché il futuro dell’intera umanità sia meno vulnerabile a situazioni così catastrofiche.
In una strofa di un nota canzone del grande cantante/poeta Fabrizio De André – via del Campo – così è scritto: dal letame nascono i fiori, dai diamanti non nasce niente…E chiaro che quando si estrapola qualcosa da un testo completo, il dettaglio assume un significato diverso a secondo il contesto in cui lo si vuole considerare. A me è venuto in mente pensando a questo tragico e complicato momento di emergenza sanitaria, con cui il mondo intero si è dovuto misurare. Penso che è quasi globale la convinzione di credere a questo infausto periodo come uno fra i più dolorosi della storia del mondo, che difficilmente dimenticheremo ed il solo pensarlo procura ansia e malessere. E’ vero che i nostri Padri e Nonni hanno dovuto subire delle guerre mondiali, dove i danni morali e materiali ancora in qualche modo persistono, ma in quelle pur tragiche occasioni il nemico era comunque un’entità fisica conosciuta e il combattimento avveniva, più o meno, ad armi pari. Quando quell’infauste esperienze ci venivano raccontate, da chi per sua fortuna era riuscito a tornare da quell’inferno, era evidente quanta sofferenza avevano procurato in loro nel corpo e nella mente. Chi come me ha avuto un Padre, strappato ad appena vent’anni dalla sua amata terra e mandato in una guerra tanto cruenta quanto assurda per un giovane uomo, di sicuro tante volte l’avrà sentito raccontare di quei tristi eventi, anche per un bisogno di far capire a noi l’alto valore della pace e della libertà riconquistata. Oggigiorno invece le nostre generazioni, loro malgrado, hanno dovuto combattere un’altra guerra, ma questa volta contro un nemico subdolo e invisibile. La sua pericolosità al principio è stata sottovalutata, forse perché non sufficientemente capita e così diventava via via più forte nella sua azione devastatrice. Quando finalmente si è iniziato un percorso seriamente difensivo, il danno ormai era in crescita ovunque. E sono passati i giorni e poi le settimane in cui tutto cambiava rispetto al nostro recente passato e si limitava quasi a niente la nostra libertà, facendoci pensare a quanto sia preziosa ancor più quando ti manca. Quando avrò ancora più anni sulle spalle, un giorno di sicuro anch’io racconterò di quanto sia stato difficile e doloroso lottare contro un nemico che ti attaccava senza farsi vedere, come fosse un cecchino sui tetti a sparare su un sicuro e ignaro obiettivo. Parlerò anche di giorni vissuti con infinita tristezza per il pensiero di avere propri cari lontani e temere di non poterli rivedere…..e non avrò timore di raccontare delle lacrime versate per le immagini televisive di carri militari che trasportavano vittime innocenti chissà dove…..poi riferirò di intime preghiere, appena sussurrate sul balcone di casa e idealmente vicino a tanti altri concittadini grazie ad un Sacerdote, la cui voce arrivava da un altoparlante che non si vedeva…..dirò anche della commozione provocata dal vedere il Papa Francesco in televisione, che in un silenzio opprimente si trascinava solo in una piazza San Pietro in altri tempi sempre gremita da migliaia di fedeli di ogni parte del mondo…..ma riferirò anche di sorrisi e di canzoni intonate dai balconi col Tricolore a sventolare…..e racconterò, forse non creduto, di una normalità ritrovata all’interno delle proprie famiglie, riscaldate da un fuoco umano che il tempo e le mode aveva intiepidito…..dirò anche delle insolite file di Persone, munite con guanti e mascherina, all’ingresso di negozi alimentari, per fortuna comunque sempre forniti…..parlerò pure dei “nuovi angeli” in camice bianco o verde, che nel chiuso degli Ospedali lottavano contro l’infimo male anche senza adeguati mezzi, per cercare di strappare i contagiati da una possibile disfatta vitale, anche a costo della propria vita…..e poi parlerò, per quello che ho capito, del dramma nel dramma: tante nuove povertà venutesi a creare perché il lavoro che provvedeva anche alle vitali necessità veniva meno a seguito di fabbriche in chiusura, di agricoltura in ginocchio e del turismo, da sempre grande risorsa nazionale, in completo abbandono. Ma sarà bello ed edificante quando quel giorno racconterò anche di come l’Italia c’è l’ha fatta e che nonostante quelle ceneri e tutto il male patito, che ha fiaccato corpo ed anima di ognuno, sono ritornati a germogliare i fiori in una nuova primavera di vita. Quei fiori che pur sbocciando come sempre, prima non vedevamo e “nel dopo” invece, con una nuova sensibilità, lo sguardo li scorge anche al margine di una strada percorsa frettolosamente. Sarà (spero) cambiato il modo di guardarsi attorno, di cercare anche i piccoli dettagli o più semplicemente una volontà a tornare indietro ad un tempo in cui da bambini tutto ci appariva magico ed importante. Mi va di pensare che pur provati, doloranti e anche stanchi, abbiamo imparato che nulla avviene per caso ed il viaggio terreno più tranquillo può proseguire, ricordando sempre che l’amata Terra, di cui siamo ospiti passeggeri, va rispettata ogni giorno. E allora il momento è propizio per ripensare ad un nuovo senso della vita, per adottare più sobrie abitudini, per moderare i nostri violenti (troppe volte) comportamenti verso gli altri e per rispettare l’ordine e lo svolgimento naturale delle cose, delle piante e degli animali. E se non ora quando, per rivedere politiche ecologiche onde evitare ogni inquinamento, che alterando il clima porta tempeste e uragani tanto violenti da modificare finanche la geomorfologia del suolo terrestre. A quest’ultimo riguardo, forse sarebbe il caso che considerassimo ancora più seriamente la battaglia mondiale, che da tempo va conducendo l’attivista svedese, per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico: la piccola Greta Thunberg. Come pure riconsiderare la Politica che Governa le sorti della Nazione intera ed affidarla a Persone oneste e lungimiranti, che antepongano il bene comune alla loro personale ambizione di solo potere. Ma come ha insegnato la drammatica situazione, al primo posto delle cose da fare, da parte di chi ha potere e competenza, è ripensare a un piano sanitario nazionale che sia all’altezza di contemperare l’assistenza a chi può averne bisogno con il contrasto ancor più efficace a nuove possibili emergenze. Personalmente ho sempre pensato che la Sanità dovrebbe essere il “fiore all’occhiello” di una civile e moderna società e fa male quando nella nostra Italia, da nord a sud, si registra ancora tanta diffusa corruzione, come informano recentissime cronache. Anche alla luce di tutto ciò, chissà che il “maledetto virus”, nella sua azione distruttiva, non abbia voluto mandare all’Uomo questo deciso e perentorio messaggio: FERMATI E RICONSIDERA LA TUA CONDIZIONE, PERCHE’ NON SEI TU IL PADRONE DEL MONDO!!!

Loading