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L’AMICA PAURA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS a cura del dott. Salvatore PUNGENTE

L’AMICA PAURA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
a cura del dott. Salvatore PUNGENTE

Da diverse settimane ho una nuova amica, una strana amica che ha la capacita’ di tenermi compagnia a tutte le ore della giornata. Non e’ stato facile e non lo e’ tutt’ora, ma ormai mi ci sono affezionato e paradossalmente non riesco a stare senza di lei. Il suo nome e’ Paura. Quando mi sveglio alla mattina prendiamo il caffe’ assieme e mi e’ vicina quando mi metto in macchina per andare a lavoro. Anche lei si cambia con me in ambulatorio indossando il camice monouso e la mascherina con filtro e poi comincia a seguirmi durante il mio turno, nei miei continui spostamenti tra il reparto, il pronto soccorso e la sala operatoria. Spesso faccio finta di distrarmi ma basta poco e la ritrovo che mi osserva quasi come compagna fedele ed inseparabile. Questi giorni mi permettono di riflettere molto e di tornare a pensare quanto sia importante guardare dentro noi stessi avendo accanto questa strana amica. Sto cercando di conoscerla ed ho scoperto che non e’ la paura del contagio o di essere contagiato, ma tutt’altro, ovvero la paura di essere incapace, di essere impotente ed inadatto, di non essere pronto, di non essere abbastanza. E soprattutto di essere solo. In questi giorni il carico di lavoro si e’ ridotto notevolmente per certi versio, sono stati sospesi i ricoveri ordinari e gli interventi programmati, si stanno garantendo solo le urgenze e si supporta l’attivita’ del pronto soccorso a qualunque ora del giorno. E proprio in questi giorni ho scoperto dei sentimenti che non mi appartengono, la voglia di fare una dimissione veloce, di fare una consulenza in modo rapido, in certi momenti quasi la voglia di abbandonare o il coraggio di essere perche’ no anche codardo. Ma forse questo e’ un modo nel non dover accettare alcune responsabilita’, un modo quasi onesto di chiudersi in un angolo ed aspettare la fine della bufera, il cessare di questa tempesta come ha detto il Santo Padre Papa Francesco qualche sera fa. E’ anche vero che siamo tutti nella stessa barca, nessuno si salvera’ da solo, ci salveremo solo tutti insieme, per continuare a ripetere le parole del Papa. Ma ho scoperto anche la paura di tornare a casa alla sera, ho scoperto la paura di dare un bacio alle mie figlie e a mia moglie, perche’ quei baci sono per me una sorta di catarsi, una ricarica dal valore inestimabile ed io non posso farne a meno. E questo perche’ ho sempre vicino lei, la mia amica Paura. Lei che continua ad accompagnarmi, a stare con me mentre faccio la doccia, mentre sono seduto a cena, mentre mi accingo ad andare a letto, mentre mi assopisco sul mio cuscino per dare ristoro alle fatiche ed ai pensieri della giornata, segnata dalla sofferenza di quei volti, di quei corpi, di quelle anime. E ripensando alla giornata ormai passata mi ritornano in mente quelle strane mascherine che proteggono dl temibile microrganismo e nascondono il sorriso, da quelle cuffiette che raccolgono i capelli e coprono le orecchie rendendole quasi sorde alle voci della vita, di chi cerca un po’ di vita. Mi guardo con il mio camice che mi rende quasi impermeabile e mi isola, guardo i colleghi del 118 trasformati in astronauti da quelle tute che non hanno un volto. E allora mi sento solo, ho voglia di urlare ma so bene che nessuno e’ pronto ad ascoltarmi tranne forse solo lei, la Paura, pronta ad accoglierti. In questi giorni sto imparando tante strane cose, mi sto rendendo conto che anche lei, la Paura, va accettata e si puo’ sorridere anche indossando la mascherina, perche’ si puo’ sorridere con gli occhi. E tutti quei muri, le mascherine, i guanti, le cuffiette, i camici monouso posso dividerci ma non separarci e la scala per superare questi muri e’ la nostra voce. Facciamola sentire. Grazie alla paura, all’amica Paura, sto imparando la voglia di essere contagioso ma non del virus, ma della ironia e dell’entusiasmo per la vita, la nostra vita. I migliori antidoti al coronavirus sono loro, l’ironia e l’entusiasmo, solo grazie a loro possiamo indirizzare le nostre energie ad un unica cosa: la vita, facendo tutto cio’ che e’ necessario per proteggerla, coccolarla e condividerla. L’isolamento che stiamo sperimentando ci fara’ comprendere sempre di piu’ il valore di un abbraccio, il contatto umano, il dialogo, la stretta di mano, la serata tra amici, lo stare all’aria aperta. Siamo veramente tutti uguali e il coronavirus ci ha abbondantemente dimostrato che le distanze non esistono e la vicinanza tra gli esseri umani deve diventare sempre piu’ forte. Continuiamo a fare del bene ed il bene del prossimo, perche’ come ho sentito da qualche parte esso stesso tornera’ sempre indietro con tutti gli interessi.
doc Salvatore Pungente

 

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