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LETTERA ALL’ANNO NUOVO a cura del doc Salvatore Pungente

LETTERA ALL’ANNO NUOVO


a cura del doc Salvatore Pungente

Quest’anno non ho ho scritto la mia letterina a babbo natale perché in quarantena in isolamento dal resto del mondo. Probabilmente non lo faro’ neanche per la befana al momento in attesa di fare il tampone ed attendere il suo turno per poi essere vaccinata dal Covid 19. E allora ho deciso di scrivere all’anno nuovo, si perche’ ho voluto immaginarlo come un fratellino che sta per nascere, nei suoi ultimi giorni nel grembo materno. Ho proprio voglia di abbracciare questo fratellino e di confidargli tutte le paure vissute in questo anno particolarmente movimentato per il genere umano in ogni parte del mondo. Perché questa pandemia per certi versi e’ stata paragonata ad una vera e propria guerra con un nemico tanto microscopico ed invisibile quanto potente e pericoloso. Caro fratellino, caro anno nuovo, questo strano nemico ci ha trovati assai impreparati e ha fatto tante vittime in particolare tra persone assai deboli con salute in parte compromessa. Abbiamo subito gli effetti di tanti decreti che hanno toccato da vicino la vita di ognuno di noi perche’ hanno limitato le nostre liberta’ personali ed interpersonali. E’ stata una sorta di isolamento nell’isolamento, costretti a non uscire per non incorrere nelle severe e drastiche restrizioni. Ogni zona del nostro paese e’ stata isolata, i malati sono stati ancora piu’ isolati, gli operatori sanitari e parasanitari sono stati isolati, ancora oggi si continua a lavorare in questa sorta di isolamento sociale ma anche emotivo per certi versi. Mai avremmo immaginato che in un epoca dei grandi progressi della medicina, con apparecchiature diagnostiche sofisticate capaci di consentire diagnosi precoci e terapie mirate con un controllo su moltissime malattie, mai avremmo immaginato una così lunga durata di tale infezione. Caro anno nuovo, forse questo e’ stato proprio quello che ci ha chiesto il temibile virus, ovvero quello di aspettare e di avere pazienza, ma purtroppo ci si e’ accorti troppo tardi di quanto sia difficile avere pazienza e per tale motivo ci sentiamo persi e ancora piu’ soli. Ognuno di noi quest’anno ha contribuito come ha potuto a contrastare il temibile microrganismo, chi rispettando le restrizioni imposte, chi continuando ad operare per il bene della polis, chi buttandosi a capofitto nella trincea degli ospedali, delle terapie intensive e ovunque ce ne fosse bisogno. Purtroppo tante sono state le criticita’ ma non ne eravamo a conoscenza, mai era accaduto quanto e’ accaduto, un vero tsunami epocale. Caro anno nuovo, stiamo salutando un 2020 che ha voluto insegnarci che tutto cio’ non e’ stata una lotta contro il virus ma contro le nostre crasse abitudini. Spero tanto che tu fratellino 2021 possa aiutarci a cambiare il modo di vedere e di pensare. Da qualche parte ho piu’ volte ripetuto che Covid non sta per coronavirus ma per Come Vivere Dopo. Caro 2021 vorrei che tu lanciassi un messaggio ai giovani di oggi, ovvero che la felicita’ bisogna ricercarla e riconoscerla nella vita di ogni giorno perche’ l’unica cosa vera che abbiamo in comune sono proprio le differenze. E dobbiamo imparare ad accettare e condividere queste diversita’ perche’ ognuno ha un suo ruolo nella societa’ e nel mondo. E quando avremo imparato a riconoscere il nostro valore, ad amare noi stessi senza paragonarci agli altri, potremmo capire di essere unici. Tutti facciamo parte dell’universo e siamo tutti uguali, come una grande squadra. E in questa squadra ognuno ricopre un ruolo della stessa importanza e deve cercare di ricoprirlo dando il massimo di se’.
Un caro saluti agli amici lettori del Giornale della mia Torre

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