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OLIVA (ORDINE MEDICI) – ALTRO CHE BARELLE… AL “PERRINO” MANCANO I MEDICI! PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO

OLIVA (ORDINE MEDICI) – ALTRO CHE BARELLE… AL “PERRINO” MANCANO I MEDICI! PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO
Fonte :BrindisiTime.it
La denuncia di Brindisitime circa la carenza di barelle nel Pronto Soccorso di Brindisi ha destato clamore, soprattutto in considerazione del fatto che la gestione della medicina d’urgenza nel Perrino presenta gravissime lacune strutturali. Ne abbiamo parlato con il dott. Arturo Oliva, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Brindisi e componente della commissione ospedali della Federazione nazionale dei medici. “Ho letto la vostra accorata denuncia in riferimento alla carenza di barelle – afferma a Brindisitime il dott. Oliva – ma non posso non far notare che quello è un problema che, se c’è la volontà, può essere risolto in pochi minuti. Il vero dramma, invece, è rappresentato dalla carenza di medici specialisti. Basti pensare che in organico, per il Pronto Soccorso di Brindisi, ce ne sarebbero 22 ed invece sono soltanto sei! Un fatto gravissimo che costringe i responsabili sanitari a trasferire in Pronto Soccorso i medici dei reparti che, conseguentemente, vengono sguarniti”.

Il dott. Oliva è un fiume in piena, anche per le tante denunce fatte dall’Ordine dei Medici, tutte puntualmente ignorate da chi ha gli strumenti per risolvere i problemi.

“E’ evidente – prosegue il Presidente dell’Ordine dei medici – che è ormai non più rinviabile un intervento deciso da parte della Regione Puglia, tanto più perché le carenze di organico sono comuni agli ospedali di tutte le province. Senza medici specializzati si rischia davvero la chiusura dei pronto soccorso e non è certo pescando qualche medico nei reparti che si risolve il problema. Men che meno siamo nelle condizioni di aspettare 5-6 anni prima che i vincitori di borse di studio si specializzino”.

– Dott. Oliva, ma come mai i pronto soccorso sono sempre più affollati?

“Esiste una totale mancanza di filtro. Forse non tutti sanno che il protocollo applicato dal personale del 118 non prevede che, in caso di chiamata, il paziente venga lasciato a casa dopo un primo intervento sul posto. Questo può avvenire soltanto se l’interessato rifiuta il ricovero. Ecco perché si creano situazioni drammatiche nei reparti di medicina d’urgenza”.

– Lei ha denunciato più volte carenze di organico, ma i suoi appelli sono rimasti inascoltati…

“E’ vero. Non passerà ancora molto tempo – aggiunge – e sentirete parlare dei reparti di ortopedia degli ospedali di Brindisi, Ostuni e Francavilla. La carenza di medici ortopedici rende impossibile effettuare anche i servizi di guardia. Al Perrino, ad esempio, sono in servizio solo cinque medici! Ed è evidente che, in questo caso, non si potrà inviare in ortopedia un medico impiegato in un altro reparto”.

– Non va certo meglio nei reparti di rianimazione…

“Purtroppo è così. Si pensi che il Perrino di Brindisi ha ancora soltanto otto posti di terapia intensiva ‘no-covid’. I lavori per completare gli altri otto posti sono interminabili e si protraggono da anni. Ma il fatto ancora più grave è che sono in servizio solo 27 rianimatori a fronte di un organico previsto di 66. Il che rende sinanche impossibile il funzionamento di tutte le sale operatorie. Da qualche tempo si sente parlare della realizzazione di un intero piano del Perrino dove realizzare addirittura 50 posti di terapia intensiva. Il tutto, senza porsi il problema della carenza di organico e della impossibilità di reperire rianimatori. Si rischia, insomma, di creare l’ennesima cattedrale nel deserto”.

-Possibile che la voce di addetti ai lavori come voi non venga tenuta in considerazione nel momento in cui si assumono queste decisioni?

“Altro che! Nonostante i nostri appelli, veniamo sistematicamente ignorati. Ecco perché non vogliamo essere ritenuti responsabili di scelte disastrose assunte da altri”.

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