Menù principale

Oltre 6,6 milioni di ettolitri di vino della campagna 2021 sono fermi nelle cantine pugliesi per effetto del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei a causa della guerra in Ucraina e la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori.

Oltre 6,6 milioni di ettolitri di vino della campagna 2021 sono fermi nelle cantine pugliesi per effetto del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei a causa della guerra in Ucraina e la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori.

Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Oltre 6,6 milioni di ettolitri di vino della campagna 2021 sono fermi nelle cantine pugliesi per effetto del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei a causa della guerra in Ucraina e la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del report Cantina Italia dell’ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole, per cui serve una stretta da parte della Regione Puglia per abbassare le rese con una revisione dei disciplinari di produzione, ma anche rivedendo le deroghe sui massimali di produzione dei vigneti che producono uve generiche, dando seguito alla pianificazione e alla regolamentazione di nuovi impianti con scelte varietali coerenti alle vocazioni dei territori e alle potenzialità commerciali, con il via al catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia.
Coldiretti Puglia chiede il sostegno ad iniziative commerciali che vadano a stimolare i consumi oggi rallentati ed in estrema ratio l’attivazione della distillazione d’emergenza per soli vini DOP e IGP per liberare le cantine di vino dell’annata precedente.
Ma lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato, anche alla luce delle preoccupazioni dei consumatori per il ‘carovita’, a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni, con la flessione – spiega Coldiretti Puglia – delle vendite nei primi 3 mesi del 2022 nella Grande Distribuzione Organizzata dei vini DOP dell’11,2% e degli IGP del -9.7%, mentre per la ripresa piena delle attività della ristorazione abbiamo un +89% del fatturato nel canale Ho.Re.Ca, dove sono proprio i vini a denominazione al centro dell’offerta enogastronomica.
“Con quasi 4 cantine su 10 che fanno registrare difficoltà a seguito dell’emergenza occorre intervenire rapidamente per abbassare le rese puntando sulla qualità e diminuendo le quantità di vini comuni e produzioni indistinte, sostenere le esportazioni, alleggerire le scorte, ridurre i costi e tagliare la burocrazia – afferma Gianni Cantele, responsabile della consulta vitivinicola di Coldiretti Puglia – con il preciso dovere di pensare a strumenti per il settore che semplifichino, siano agili e flessibili ed immediatamente fruibili. Urgenti le campagne promozionali regionali, nazionali e internazionali perché bisogna recuperare spazi e rapporti con i mercati esteri che hanno subito una battuta d’arresto a causa degli effetti del conflitto in Ucraina e la segmentazione dei canali della distribuzione”.
Il timore di entrare in recessione con lo scenario inflattivo e di crisi, determinerà strategie di risparmio dei consumatori – aggiunge Coldiretti Puglia – con solo il 4% che dichiara che non ci sarà alcun cambiamento nelle abitudini di acquisto e di consumo, il segnale evidente che l’inflazione con il caro bollette e i rincari dei beni alimentari avrà effetti tangibili nei prossimi mesi sulle scelte di acquisto dei consumatori.
A pesare, tra l’altro, su una voce importante dell’export agroalimentare regionale che da gennaio a settembre 2022 ha segnato una crescita dell’8,7% – aggiunge Coldiretti Puglia – sono però gli aumenti dei costi di produzione diretti o indiretti a causa del caro energia. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Una bottiglia di vetro – spiega la Coldiretti – costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti.
Intanto, è stato fermato il tentativo di escludere dai finanziamenti europei della promozione il vino, sotto attacco di un approccio ideologico che discrimina alimenti che fanno parte a pieno titolo della dieta mediterranea, dice Coldiretti Puglia nel sottolineare che la Commissione Europea nel rivedere il Regolamento 1144/2014 deputato alla Promozione dei prodotti agroalimentari per quanto riguarda l’annualità 2023 ha eliminato gli elementi di penalizzazione per vino, carne, salumi e birra.
Il lavoro fatto negli ultimi mesi ha portato Coldiretti a un confronto diretto con i commissari Ue Timmermans, Wojciechowski e Gentiloni e quello fatto dal nostro Governo ha rotto il fronte a livello europeo, insiste Coldiretti che ritiene però necessario mantenere alta la guardia perché nel prossimo regolamento non si torni a demonizzare alcuni prodotti invece che lavorare a una corretta informazione sulla quantità di alimenti che devono essere consumati nell’arco della giornata.
La politica di promozione dell’Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione respingendo gli atteggiamenti discriminatori che rischiano di favorire la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale.
Il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Senza dimenticare – conclude Coldiretti Puglia – il volano economico generato dal vino pugliese che con un totale di 38 Vini DOP e IGP vale, secondo le ultime stime dell’Osservatoio Ismea-Qualivita, 407 milioni di euro, pari al 92,7% del paniere IG del Paese.

Loading