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Quanta tristezza per non essere riusciti (tutti) a salvare Giulia  

Quanta tristezza per non essere riusciti (tutti) a salvare Giulia 

a cura di mons.Lucio Renna

Raccapricciante è la situazione in cui viviamo, per tantissimi motivi, riducibili alla dittatura del relativismo denunciata più volte dal compianto Benedetto XVI. Raccapricciante per le efferatezze che riempiono le nostre giornate ed alle quali assistiamo incapaci a far qualcosa di valido a bloccare almeno qualche episodio che di umano non ha nulla, tranne  chi le compie ma agendo da bruto, o da prepotente, o da psicolabile, o guidato da sentimenti malati immersi nella cultura senza riferimenti, ma liquida, senza punti fermi, siamo condannati ad assistere passivamente alla crescita esponenziale di femminicidi, infanticidi, omicidi, distruzione di intere città e popolazioni a causa di guerre che, come dice Papa Bergoglio, sono una sconfitta dell’umanità.

Relativismo e cultura liquida sono agevolati dalla mentalità e azione politica, in generale e in ogni latitudine e longitudine, che ben poco si interessano del bene del popolo, tranne nei periodi elettorali. Il panorama mondiale non è affatto rassicurante… timori e tremori sono giustificati da quel senso di esterrefatta impotenza che si traduce in sterili deprecazioni sui social e nei comuni discorsi che girano e rigirano sempre intorno agli stessi orribili e cruenti argomenti. La ribalta, in quest’ultimo lungo periodo, è occupata da uccisioni (non solo per guerre insane), da orribili infanticidi ma, soprattutto, da efferati sempre più numerosi femminicidi. Gli animalisti difendono fortemente gli animali, ma, visti i pericoli mortali che corrono le donne, oltrealle attuali agenzie di difesa, non sarebbe opportunauna sistematica informazione su come la donna possa difendersi, e la formazione umana, visto che i violenti non hanno nulla da invidiare alle bestie più feroci della savana? Tenendo presente che le bestie aggrediscono se si sentono minacciate, oppure quando hanno fame (lotta per la sopravvivenza). In genere, il femminicidio, ha una matrice pseudo affettiva ed è scatenato da quello che chiamano “amore malato”. Espressione affatto adeguata, secondo me, perché l’amore è altra cosa e non accetta aggettivazioni di nessun genere.

Prendiamo, ad esempio, un caso di qualche anno fa, quello di Melania Rea. Costei, bellissima fata, molto attaccata alla famiglia, aveva accanto un “lupo”, come in gergo chiamano l’uomo patologicamente aggressivo. Che fine indefinibile e atroce Melania, che difendeva la sua famiglia che amava (il suo si era amore) ma si era sposata con chi non dovrebbe mai legare una donna a sé stesso, se solo avesse un briciolo di sentimenti umani. Caso simile, anche se riguarda due fidanzati, quello di Giulia, bella ragazza che stava per coronare il suo sogno di studentessa universitaria e laurearsi. All’improvviso scomparve lei e il fidanzato (non voglio chiamarlo per nome). Dopo ricerche, indagini, ipotesi, scoperta di indizi come macchie di sangue sulla strada, notizie di dissidi tra i due, lite furibonda ecc. ecc. il nulla… un nulla da risolvere con ricerche delle forze dell’ordine… dispendi economici… sofferenze inenarrabili di due famiglie. Dignitoso dolore del papà e della sorella di Giulia accompagnato da amare ma composte dichiarazioni, atteggiamento valido quello dei genitori del fidanzato, invitandolo a dare notizie, prima, a consegnarsi, poi, al braccio della giustizia. Cortei, montagne di fiori vicino alla casa di Giulia, dibattito televisivo molto incisivo della sorella. E finalmente il ritrovamento del corpo della bella ragazza, sfigurata da calci, pugni, acqua, fango (giaceva in un canale) e da una serie di coltellate. Nessuna giustificazione merita l’uccisore che, intanto tentava di raggiungere la Germania, pensandodi farla franca. Speriamo che i suoi difensori non tentino il ricorso a raptus o turbamenti psichiatrici. Tutto il contesto fa pensare a premeditazione.

Non se ne può davvero più. Nel primo caso, quello di Melania, si è passati in giudizio dalla condanna all’ergastolo, ai 30 anni, ridotti a 20, con qualche uscita dal carcere come premio per buona condotta. Non si riesce a capire in base a quali criteri si agisce così. Forse le donne non sono valore assoluto come l’uomo? La donna è fisicamente più debole, ma psicologicamente e sotto diversi altri aspetti dimostra più coraggio e forza psicologica dell’uomo. Il riflettere su questo terribile problema serve ad approdare a qualcosa o è tempo perso? Nei dibattiti televisivi sfilano tante e tanti tuttologi, competenti, almeno così dicono ma i criminologi lo sono in questo ambito buio e trucido della convivenza umana. Di manifestazioni e sfilate di circostanza non si conta più il numero. Sono forme educate di partecipazione al dolore delle famiglie colpite. Credo però che, con persone veramente competenti in modo professionale e politici sensibili e responsabili si dovrebbero poter trovare forme di sensibilizzazione più incisiva e non solo episodica (un gran parlare appena accade l’episodio e poi oblio… tranne a far giornate commemorative) ma anche potenziare le forze d’ordine e non trasformare i processi in pantomime dei social con gli onnipresenti tuttologi che si parlano addosso, a stento si riesce a capire qualcosa, e non fanno altro  che sceneggiate da salotto. Dicendo questo, non intendo affatto criticare tutto dei social… ma devo ammettere che ci sono alcune utili trasmissioni che aiutano, almeno, a dipanare alcuni casi più intricati.

La nostra è una società nazionale e internazionale da rieducare… individuando i punti fermi da difendere nel vivere civile, partendo dall’inalienabile dovere di rispettare gli altri, uomini o donne che siano, nella loro dignità. L’intervento vanifica se prima e dopo non si trovano modi di informazione seria, di formazione adeguata partendo dalla valenza ad hoc della famiglia, e da interventi che lasciano il segno e diventino paradigmatici per casi similari. Non aiutano, di sicuro, le guerre in atto che altro non sono che crimini contro l’umanità.

+ Lucio M. Renna

Vescovo Carmelitano

P.S.: Nella nostra Chiesa giorno 30 c.m., ci sarà la Celebrazione in suffragio delle vittime di femminicidio e infanticidio alle ore 18.

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