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RIFLESSIONI A PROPOSITO DELL’ARTICOLO “ NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE “ DI SUA ECCELLENZA MONSIGNOR LUCIO RENNA

RIFLESSIONI A PROPOSITO DELL’ARTICOLO “ NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE “ DI SUA ECCELLENZA MONSIGNOR LUCIO RENNA

a cura del Preside prof. Luigi Pranzo

Eccellenza Monsignor Lucio Renna,
ho letto con sommo piacere il Suo articolo “ Non tutti i mali vengono per nuocere “. Ella ha fotografato molto realisticamente la famiglia di oggi, ben lontana da quello “ spazio sacro “ nel quale ogni giorno si dovrebbe celebrare “ il rito della comunione “.
Credo, però, che la Sua voce sia fuori dal coro, o come si suol dire oggi giorno, il Suo modo di parlare sia politicamente non in linea con il pensiero unico. Per i “ buonisti “ della nostra società, infatti, la famiglia non può più essere un nucleo di bigotti, ma un luogo, i cui componenti consumano un pasto veloce, quando non hanno prenotato in pizzeria, vanno a letto, se non sono rimasti a dormire fuori, non importa come e con chi e l’ipotetico dialogo dei genitori con i figli, generalmente, si esaurisce in pochissime sillabe, senza mai distogliere lo sguardo dal cellulare. Aveva ben ragione quella senatrice del P.D. quando l’8 marzo del 2019 affermò che “ Dio, Patria e Famiglia” costituivano gli elementi essenziali per una vita di “ me…da “. Aveva ben compreso, secondo una sua personale visione, il valore fascista, medievale della famiglia tradizionale. Nessuno dei giornali “ politicamente corretti “ intervenne per dissentire da quanto affermato dalla senatrice; neanche la sinistra contestò la triade perché convinta che essa rappresentasse un immediato richiamo al fascismo, benché a coniarla fosse stato Giuseppe Mazzini, proprio nell’incipit de “ I doveri dell’uomo “ – “Voglio parlarvi, come il core mi detta, delle cose più sante che noi conosciamo, di Dio, dell’Umanità, della Patria e della Famiglia “. E non alzò un dito neanche la Chiesa per dire con forza che, senza Dio e la Famiglia non si va da nessuna parte. Che senza un riferimento a Dio si perde la dimensione verticale, l’unica che ci permetta di sollevarci dalle umane bassezze. Che senza la famiglia, nucleo fondamentale di ogni società e, giustamente, come Ella sostiene, sito di “ legami biologici, affettivi, psicologici e formativi “, non si costruiscono le fondamenta di una società civile. Finanche Vladimir Putin, che non è proprio un bigotto, avendo compreso il valore di questa triade ha proposto una serie di emendamenti alla Costituzione della Russia che dovranno essere approvati dalla Duma: fede in Dio, perché uno Stato senza questo valore è destinato a morire; difesa del matrimonio, della famiglia, della maternità, della paternità e dell’infanzia; dovere nella difesa della propria Patria. Cosa avranno pensato i progressisti di questa assurda sortita di Putin? Avranno detto che Putin è un pericoloso autocrate, il capo assoluto di un regime liberticida e medievale? La verità è che, specie in questi giorni di angoscia per la salute di noi tutti, l’idea di ricostruire un paese su queste tre solide fondamenta non è certo sintomatica di una incipiente dittatura. Essa è, invece, l’unica via di uscita dal caos che, da anni ci avvolge; dalla vita di “ me…da “ che si vuole regalare ad ogni costo al popolo italiano. Non credo, tuttavia, che la pandemia del Coronavirus possa far riscoprire il valore autentico della famiglia, come spera Monsignor Lucio Renna. La mia generazione non avrebbe alcuna difficoltà, ma le generazioni degli ultimi cinquanta anni non avrebbero la forza, né la voglia di ricominciare a vivere in modo tanto differente. “ E qual è quei che disvuol ciò che volle/ e per novi pensier cangia proposta, / sì che dal cominciar tutto si tolle “ – Inferno II – versi 37 – 39 . Dante Alighieri.

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