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Tutte le strade portano a Torre Santa Susanna

a cura di Giuseppe Cofano

Parte con questo articolo, il mio, personale, tentativo di rimuovere gli spessi strati di terra, polvere, erbacce che offuscano, alla nostra vista la bellezza di un territorio, il nostro, che è statoal centro,tra le grandi civiltà di Occidente e Oriente. Non parlerò, però, della Chiesa di Crepacore,del palazzo baronale (castello)di Torre, dei frantoi ipogei. Tanto si è scritto su questi monumenti. Qualcosa si sta facendo per ridar lustro ai luoghi noti di Torre e renderli più fruibili a chi volesse visitarli.

Cerchiamo di essere (un poco) pazienti.Attendiamo le prossime elezioni, pardon,intendevo dire evoluzioni.

Vorrei,invece, parlare di una vera autostrada del passato,la ‘regina viarum’, la regina delle (auto)strade che ci passa affianco,nel territorio di Oria: la VIA APPIA. Dire che ci sfiora è una imprecisione visto che la storia di Torre Santa Susanna è strettamente intrecciata con quella di Oria. Torre nasce a difesa di Oria e seguendo questo mio sillogismo ciò che accade ad Oria, riguarda anche Torre Santa Susanna.Quindi anche la via Appia, in un certo senso, ci appartiene e dovremmo, conseguentemente, occuparcene.

Il perché, pare evidente. Un territorio, come il nostro, alla ricerca di opportunità per recuperare la propria identità,ridare valore a ciò che è sempre stato qui, attrarrein loco  più turismo. Pensate a qualcuno che vive molto più a nord di noi e le cui estati assomigliano tanto ai nostri inverni e che potrebbe essere tentato a trasferirsi qui da noi in pianta stabile. Non parlo di fantascienza ma di cose che in Spagna e soprattutto Portogallo hanno dato impulso alla ripartenza economica.

Avere la via Appia come una ulteriore attrattiva nel territoriodi Torre è una opportunità enorme dal punto di vista storico e ricettivo. Vi immaginate una moltitudine di viaggiatoridesiderosi di ripercorrere tratti di quella autostrada del passato che divenne una fondamentale via di commercio?A piedi, in bicicletta, a cavallo per gustare il contatto con la nostra campagna, con gli ulivi, i vigneti, le masserie. Vogliosi di mangiare le nostre prelibatezze, comprare i nostri prodotti tipici egli esemplari souvenirs dei viaggiatori (non dei turisti, mi raccomando).

Bello, bellissimo ma, l’inghippo, dov’è? Attualmente la via Appia passa per tratturi, masserie, discariche di ogni tipo, strade, rotonde e chissà cosa ancora. Ricoperta da terra, asfalto, erba, immondizia di ogni tipo. E sotto tutto questo ben di dio? Il basolato, le crepidini, le ghiaie, le storie, le vite di persone passate per quella viaper ben duemila anni. Sepolte dal tempo e l’incuria. Improduttivo puntare il dito al vento. Siamo tutti colpevoli. Possiamo, dobbiamo riscattarci facendo rivivere questi tesori tumulati dal nostro processo difensivo di rimozione di contenuti mnemonici sgraditi che è l’oblio.

Che cosa si potrebbe fare?Ad esempio,portare a compimento un progetto (se dovesse già esistere e qualcuno mi smentisse pubblicamente io farei i salti di gioia, ringraziando sentitamente) tra le amministrazioni di Torre Santa Susanna, Oria, Mesagne, Latiano. Il tutto supportato da aziende, associazioni, donne e uomini di buona volontà. Si devono  identificare i tratti (esistono carte, tracciati gps, memorie storiche) da recuperare della via  e riportare il più possibile alla luce creando una apposita segnaletica e viabilità. Tutti consapevoli che se non lo facciamo noi, lo faranno, forse, gli alieni, tra altri duemila anni, loro, sì, consapevoli di avere una maggiore comprensione del nostro passato, di noi, pavidi umani.

Se ci fossero persone interessate, come me, a questo progetto per far sì che tutte le strade portino, non solo a Roma ma a Torre Santa Susanna, che si facciano avanti. Io ci sono. Scrivete al Giornale di Torre e entriamo in contatto.

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