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Una storia moderna con un messaggio edificante….. A cura di Nicola Muscogiuri

Una storia moderna con un messaggio edificante…..

A cura di Nicola Muscogiuri

Se ne avessi le capacità mi piacerebbe romanzare una bella e significativa vicenda umana e professionale, il cui titolo, per quello che modestamente esprimerò, non potrebbe essere che questo: “anche un figlio della nostra Torre S.Susanna in prima linea contro il Covid –19”. Perché spulciando fra le tante notizie di  cronaca, in questi tempi così difficili e dolorosi, una in particolare ha spinto  a riflettere sull’esistenza di uomini e donne che, anche a rischio della propria incolumità, dimostrano di voler essere un faro di luce morale ed un sostegno concreto alle tante difficoltà nel contrasto al famigerato virus. Sono tantissimi i  Medici ed Infermieri   che, soprattutto in questo periodo,  svolgono la loro encomiabile professione con tenacia, abnegazione e generosità ed ogni Persona non dovrebbe mai smettere di guardarli con rispetto e profondo senso di gratitudine. Questa notizia, che  ha già  travalicato lo stretto ambito territoriale,   la senti pure con l’orgoglio dell’appartenenza ad una comunità, in quanto è uno dei  nostri professionisti medici che ha voluto “buttarsi in prima linea”  per combattere, insieme a tanti altri operatori valorosi, con  le proprie conoscenze e competenze. Un pensiero ideale va quindi al Dott. Salvatore Pungente, che “volontariamente” ha lasciato il proprio posto di lavoro nell’Ospedale di Francavilla Fontana per mettersi ancor più al servizio del prossimo. Da un Giornale abbiamo appreso che presterà la sua opera professionale in un  Ospedale di Napoli, dopo aver già fatto una simile esperienza in quel di Piacenza durante la prima grave ondata del coronavirus. Personalmente non conosco il Dott. Salvatore (mi permetto chiamarlo per nome per sentirne più umana vicinanza), ma che immagino con uno sguardo gentile su tutto il  mondo che lo circonda, con mano sempre tesa e con parole che proferisce cariche di comprensione e dolcezza. Lo seguo in quel che scrive, dove anche là, oltre alle sue competenti riflessioni che sono pure spunti per un buon vivere, traspare la sua indole di genuina umanità che,  a me sembra, è anche  pervasa da  cristiana religiosità.  Col suo caro Papà Giovanni sono abbastanza amico ed insieme condividiamo il piacere di collaborare, come aspiranti attori (ma temo rimarrà solo l’aspirazione), al Dramma Sacro della Passione vivente di N.S.G.C., che ormai da tantissimi anni è preziosa tradizione nella nostra Torre. E proprio in questi incontri il nostro piacevole parlare spesso tratta anche di questo suo figliolo, medico di professione sempre alla ricerca di nuovi traguardi di conoscenza, ma senza mai la presunzione di sentirsi “un arrivato”. Ripensando a questa sua spontanea e coraggiosa decisione, non ho difficoltà a dire che mi ha preso anche emotivamente, ma credo che abbia colpito anche tantissima altra gente e tutto ciò fa sperare che un mondo migliore possa veramente determinarsi alla fine di questa assurda battaglia e quando finalmente liberi, potremo dire, che la nostra Torre nel suo piccolo ha contribuito con i suoi bravi e coscienziosi professionisti sanitari. Riannodando il nastro mentale dei ricordi, mi viene da pensare che quest’approccio ad un certo tipo di professione medica, forse la possiamo rivedere anche in quei Medici che hanno assistito i Torresi da almeno dagli anni ’60 in poi, se non prima anche. Anch’essi dimostravano grande umanità nell’espletamento del loro servizio e per la stragrande maggioranza degli assistiti, che versavano in   precarie condizioni economiche, erano anche una sorta di “confessori laici”, a cui poter confidare le proprie pene e difficoltà di tutt’altra natura. Di quei medici, veramente si poteva dire che avevano “nelle loro mani nude” la sorte della vita delle Persone e si battevano con le poche armi a disposizioni su più fronti della malattia. Infatti pur ragazzino a quei tempi, ricordo che quei pochi Dottori presenti nel Paese (Antonucci, Muscogiuri, Friolo, D’Amico) non solo effettuavano la medicina di base, ma anche specialistico del tipo pediatrico, cardiologico, ortopedico, ecc., ecc.. Quando venivano chiamati nelle case modestissime di allora, la famiglia interessata cercava in tutti i modi di presentarla nella maniera più dignitosa possibile ed alla fine della visita era consuetudine  far lavare le mani al Dottore in una bacinella smaltata  piena d’acqua poggiata su un treppiedi in ferro,  su cui trovava posto anche la  saponetta ed un asciugamano in cotone riservato solo per l’occasione. La presenza del Dottore in casa era anche rincuorante ed non di meno aveva l’effetto forse più delle stesse medicine prescritte, perché si aveva fiducia in queste Persone e le si sentivano come di famiglia. Tanto di famiglia che ricordo una volta, ancora ragazzino di quinta elementare, fu necessario ricoverarmi in Ospedale di Mesagne per sistemare una frattura al gomito del braccio e quando arrivò il momento dell’operazione piansi tanto perché volevo accanto a me “lu Dottori mia”. Alla fine fui accontentato e prima di chiudere gli occhi per l’anestesia, mi sentii felice e sicuro, perché quel caro Dottore in camice bianco,  lo vidi  vicino a me insieme agli altri medici. Chissà cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito a questo maledetto e moderno “ospite indesiderato”, che ci sta cambiando la vita. Forse già formati da un periodo molto difficile, quale quello a ridosso dell’ultima guerra mondiale, avrebbero messo in campo tutte quelle prudenze e saggezze che gli provenivano dalla mentalità del mondo contadino, di cui erano figli e testimoni.  Ma ormai da quei tempi, come si suol dire,  tantissima acqua è passata sotto i ponti, anche se nel nostro territorio è come se aleggiasse ancora l’anima di quei grandi Maestri della medicina popolare.  Forse è anche grazie al loro insegnamento, che nella nostra piccola comunità torrese si sono succedute altre generazioni di bravi medici, che hanno saputo ugualmente dare il loro contributo professionale nel segno della continuità, ma naturalmente con competenze e cognizioni maturate nel presente e di sicuro proiettate nel futuro. Anche nel campo medico specialistico il nome di Torre è stato portato alto nel panorama sanitario nazionale, da alcuni suoi figli ovunque stimati ed oltremodo preparati, come il nostro attuale Sindaco, Dott. Michele Saccomanno, che per la seconda volta consecutiva è stato eletto come Presidente nazionale della Società scientifica di Ortopedia e Traumatologia. Ma anche altri più giovani, sono impegnati in strutture sanitarie di varie parti d’Italia e stanno maturando competenze specialistiche così importanti che presto torneranno utili alle varie situazioni di bisogno. Oggigiorno è ampiamente documentato che la medicina ha raggiunto progressi sino all’altro ieri inimmaginabili, ma quello che, a mio modesto parere, è importante è l’uso ragionevole di ogni conquista, per sempre migliorare la qualità della vita. Ben vengano quindi tante altre eccellenze nel campo medico, che però sappiano sempre coniugare la formazione con le virtù umane, come la “storia solidale” del nostro Dott. Salvatore Pungente ha dimostrato di poter essere. Anche con la sua umiltà ha insegnato che il Medico per essere tale, deve strapparsi il cuore e donarlo senza aspettarsi nulla in cambio, se non il sorriso grato e compiaciuto di chi ha fraternamente soccorso. Non credo ci siano strade diverse o scorciatoie e anche per chi ha fede nel Creatore, questo è l’impegno ed il percorso necessario per dimostrare tutta la dignità di essere medico.

                                                                               Nicola Muscogiuri

 

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