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Presunti illeciti finanziari nella curia, il vescovo: tutto regolare

Presunti illeciti finanziari nella curia, il vescovo: tutto regolare
fonte © La Voce di Manduria

Tra i presunti illeciti anche il nuovo villaggio del fanciullo e la chiesa di Santa Maria.

Ci sarebbero anche i lavori di ristrutturazione ed edificazione di due luoghi sacri manduriani nella lettera firmata da una sedicente “Associazione di volontariato dei martiri e perseguitati” che accusa il vescovo di Oria, Vincenzo Pisanello, di irregolarità nell’affidamento di tali lavori ad un’impresa della provincia di Lecce. Si tratta della ristrutturazione della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli per 400 mila euro e del rifacimento della chiesa di San Giovanni Bosco e dell’intero annesso villaggio del fanciullo per altri 8milioni di euro. La lettera di accuse che l’avvocato Franz Pesare ha depositato alla Procura della Repubblica di Brindisi allegandola ad una precedente querela, sempre contro lo stesso vescovo di Oria, presentata dal suo cliente, don Antonio Longo, allontanato dalla curia oritana e reso allo stato laicale direttamente dal papa Francesco Bergoglio. Secondo gli autori della lettera firmata da ignoti “volontari dei martiri e perseguitati”, il monsignore Pisanello avrebbe affidato all’impresa leccese, in cambio di presunti favori di cui non si conosce la natura, questi due lavori manduriani ed altri eseguiti in alcune chiese e luoghi sacri della curia oritana, tra cui la nuova copertura della chiesa esterna del santuario di San Cosimo alla Macchia.
Accuse, ora al vaglio della magistratura brindisina, che costringono il vescovo Pisanello a prendere le distanze con un intervento in cui si dice estraneo a tutto. «Tutti i cantieri sono stati affidati alle ditte attraverso gare d’appalto, nel pieno rispetto dei principi di massima trasparenza e legalità … e in sede di assegnazione – precisa Pisanello -, il vescovo non è presente». Per la cronaca, almeno in una occasione, quella della gara per i lavori nella cattedrale, come dimostrerebbe la documentazione di stampa, il monsignore avrebbe aperto le buste della gara aggiudicata poi alla impresa Marullo di Galatina.
Molto infastidito da tali accuse, il capo della curia di Oria, che rivendica il suo ruolo pluridecennale di economo dell’arcidiocesi di Otranto, confida nel lavoro della magistratura sollecitandola ad accelerare i tempi delle indagini. «Le attese di questa natura per i fedeli sono laceranti», dichiara il religioso rivolgendo a loro «un ringraziamento per i moltissimi attestati di fiducia, stima e vicinanza».
Dicendosi all’oscuro del contenuto della «lettera dei veleni», come anche della querela presentata contro di lui dal don Antonio Longo, il vescovo Pisanello spera non si tratti di una «ripicca personale».
Nazareno Dinoi

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